I Dalla Rosa Prati sono una nobile famiglia parmigiana, insignita del titolo di marchesi di Collecchio, Collecchiello e Madregolo. Le origini della famiglia risalgono al V o VI secolo, quando i Prati risiedevano nella zona di Sassuolo. Si trasferirono a Parma alla fine del XII secolo.
Nel XV secolo la famiglia parmigiana dei Prati era costituita da uomini di legge, tra i quali un Gaspare giureconsulto di vaglia e suo figlio Bartolomeo (1471 - 1542) dottore collegiato, già allievo del celebre Sceva de Corte a Pavia; alla morte di quest'ultimo fu eretto un monumento in suo onore nel Duomo di Parma. Il coevo storico Angelo Mario Edoari Da Erba collocava i Prati fra le famiglie nobili dell'epoca.
Nel XVII secolo i Prati furono insigniti del titolo di Marchesi di Collecchio; a quel periodo appartiene la figura di Antonio Maria, notaio e procuratore, nonché scrittore, poeta ed autore di argomenti sacri.
Nel XV secolo i Dalla Rosa erano importanti uomini politici. Il personaggio più illustre fu Scipione Dalla Rosa (circa 1470 - 1550), legato straordinario della comunità di Parma davanti a papa Clemente VII e poi a Paolo III; nel 1507 sposò in seconde nozze Caterina, la sorella della badessa Giovanna Piacenza, della quale divenne amministratore; sotto tale veste chiamò a Parma il Correggio per la decorazione della celeberrima Camera della Badessa; fece inoltre costruire a sue spese la tribuna sopra l'altare maggiore della basilica di Santa Maria della Steccata.
Intorno al 1600, durante il ducato di Ranuccio I Farnese, la figlia del Marchese Marcello Prati sposò il marchese Pier Luigi Dalla Rosa, che aggiunse al proprio cognome quello della famiglia della consorte, ereditandone il titolo.