Personaggio storico Liutprando

Nato nel: 690  - Deceduto nel: 744
Liutprando fu tra i più grandi sovrani longobardi, cattolico, intelligente, energico ed ambizioso. La sua volontà di potere derivava dalla consapevolezza di essere stato oggetto di una speciale scelta divina, come annuncia lui stesso nel prologo alle Liutprandi Leges. Fu amato e temuto dal suo popolo, che ammirava la saggezza del legislatore, l'efficacia del comandante militare e anche il coraggio personale manifestato per esempio quando sfidò a duello, solo, due guerrieri che architettavano un attentato contro di lui.

Accentrò il governo del regno longobardo nelle sue mani, limitando fortemente l'autonomia dei duchi, arricchendo la legislazione e portando avanti con decisione l'integrazione tra la cultura germanica e quella latina in Italia. Accrebbe i possedimenti del regno, contenne il potere del papato e svolse una politica di respiro europeo. Fu, accanto a Grimoaldo, il sovrano longobardo che più si avvicinò al progetto di divenire nei fatti ciò che tutti i re di Pavia proclamavano di essere: rex totius Italiae.
Figlio di Ansprando, scampò in giovanissima età alla vendetta di Ariperto II, che fece imprigionare e mutilare la madre e i fratelli; Liutprando fu invece riconsegnato al padre, esule in Baviera. Rientrò in Italia nel 712, quando il padre sconfisse e subentrò ad Ariperto, e venne immediatamente associato al trono. Ansprando morì dopo appena tre mesi, lasciando Liutprando unico re.
Liutprando cercò di consolidare la sua autorità all'interno del regno che aveva conosciuto un lungo periodo di violenze e disordini. Cercò l'appoggio della Chiesa con larghi donativi; emanò nuove leggi (153 capitoli dal 713 al 735) influenzato non solo dal diritto romano, ma anche da quello canonico e attuò una rigida politica verso i duchi ribelli di Benevento, Spoleto e del Friuli. Per poter agire liberamente si assicurò l'amicizia dei Franchi, accordandosi con Carlo Martello minacciato dagli Arabi, e dei Bavari, sposando Guntruda, figlia del loro duca. L'iconoclastia, che oppose Gregorio II all'imperatore Leone III l'Isaurico, e la reazione antibizantina scoppiata in Italia sembrarono offrire a Liutprando l'occasione di riprendere il programma espansionistico dei suoi predecessori e al tempo stesso di diventare il campione della Chiesa perseguitata. Nel 726 Liutprando invase l'Esarcato giungendo fino a Ravenna; si spinse poi verso Roma conquistando Sutri. Gregorio II, temendo una vittoria longobarda che avrebbe limitato l'indipendenza di cui la Chiesa godeva, intervenne presso Liutprando e riuscì non solo a fermarlo, ma anche a far donare Sutri “ai beati apostoli Pietro e Paolo” (728). Questa vittoria morale riportata dal pontefice condizionò la politica successiva di Liutprando e gettò una grave ipoteca sul destino del regno stesso. Tutte le imprese successive di Liutprando contro Ravenna (734, 740, 743) vennero infatti abilmente stornate dai papi Gregorio III e Zaccaria che non solo influirono sulla condotta del pio re col loro prestigio, ma sostennero a più riprese i duchi ribelli di Benevento e Spoleto (732, 739, 742) e invocarono anche contro di lui l'intervento dei Franchi. Vinti e deposti i duchi di Benevento e Spoleto, dopo un'ultima spedizione contro Ravenna impedita da papa Zaccaria (che andò appositamente a Pavia), Liutprando morì mentre negoziava con Costantinopoli nel gennaio 744 e il suo corpo è oggi conservato, insieme a quello di suo padre Ansprando,nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro, a Pavia, accanto al monastero che fu fatto costruire per custodirvi le reliquie di sant'Agostino, prese in Sardegna nel 723 per evitare il pericolo di profanazione da parte dei pirati saraceni e donate alla città di Pavia.

Liutprando Dove ha soggiornato

Castello di Zumelle

 Via San Donà, 4 - 32026 Mel - Belluno
Castello

ll Castello di Zumelle, ricco di fascino e crocevia di storie medievali, sorge in una valle inserita nell’ambiente naturalistico della Valbelluna. vedi

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