Nato a Genova, il ventiduenne Luigi, secondogenito di Girolamo Giusso, dopo un soggiorno a Livorno sbarcò a Napoli nel 1808 ed in pochi anni, con l’aiuto dell’amico Carlo Forquet socio nella azienda «Forquet e Giusso», divenne un punto di riferimento per le attività commerciali, industriali, bancarie di tutto il Regno delle Due Sicilie.
Tra gli interessi molteplici di Luigi Giusso, da segnalare soprattutto il commercio di olio, esportato anche all’estero dai porti pugliesi, senza tralasciare le attività industriali come la fabbrica di zucchero derivato da castagne, aperta a Napoli nel 1812, e poi a seguire le filande a Vico Equense e le vetrerie nel salernitano. Dove però l’imprenditore genovese (di cui Francesco Giusso descrive le complesse vicende familiari ed i due matrimoni) eccelse fu il campo finanziario, dove emerse come uno dei banchieri più intraprendenti e lungimiranti dell’epoca. Fu tra i sostenitori dello sviluppo della rete ferroviaria nel Regno, con la sottoscrizione di numerose azioni delle linea Napoli-Castellammare-Nocera. Le principali dimore in cui visse l’imprenditore ligure, tra cui palazzo Giusso a Napoli, dal 1932 sede dell’Università L’Orientale, e a Vico Equense: l’ex eremo di Astapiana, acquistato nel 1822, e il Castello, acquisito nel 1837, dove il ricco proprietario ricevette le visite di ospiti illustri come Leopoldo II Granduca di Toscana.
Nel 1853, Papa Pio IX gli conferì il titolo di Conte, e successivamente nel 1857 Re Ferdinando II di Napoli, quello di Duca del Galdo, inerente l’antico feudo dell’area di Sicignano degli Alburni, località di cui Luigi Giusso detenne il castello medioevale, poi donato al comune salernitano nel 1984 dal suo discendente Giannandrea Giusso.