Nel 1712 i Chigi ebbero i titoli di maresciallo della Chiesa e di custode del Conclave, che divennero ereditari nella famiglia. Da Benedetto Chigi, vissuto nel secolo XV, discese il ramo dei Chigi di Siena, i cui rappresentanti più notevoli furono il musicista e uomo politico Scipione (1584-1633) e Carlo Corradino (1802-1881), ufficiale della marina sarda, poi governatore dell'Elba per conto del granduca di Toscana (1840-46), combattente di Curtatone nel 1848 e senatore del regno d'Italia dal 1860. A incominciare dal figlio Fabio (1848-1906) il ramo assunse il nome di Chigi-Saracini-Lucarini.
Il blasone che oggi si identifica con l'immagine commerciale della produzione dell'azienda, raccoglie gli emblemi delle quattro famiglie che si sono alternate o integrate nella proprietà, attraverso rapporti di parentela od a seguito delle più disparate vicende storiche delle Fattorie: fu nel XII sec. che questi nobili di origine germanica e già feudatari della Maremma, giunsero a Siena.
La testa di moro, riprodotta nella parte bassa dello stemma, è l'emblema dei Saracini, ai quali la proprietà fu ceduta nel XVIII sec. dai Piccolomini. Il monte a sei cime sormontato da una stella ad otto raggi, è lo stemma della Famiglia Chigi. La Famiglia Chigi aveva acquistato la nobiltà grazie all'opera mediatrice svolta presso la corte papale, ricevendo successivamente il nome e lo stemma dei Della Rovere. La rovere sdradicata rappresenta, difatti, l'ultimo elemento che completa lo stemma Chigi-Saracini.
Il Conte Guido, ultimo ed unico erede del patrimonio che comprendeva le "Fattorie", grande appassionato ed amante della musica, decise di donare tutti i suoi beni alla fondazione da lui costituita, l'"Accademia Musicale Chigiana".