Personaggio storico Ezzelino III Da Romano

Nato nel: 1194  - Deceduto nel: 1259

Ezzelino III da Romano o Ecelino da Romano, è stato signore della Marca Trevigiana. Appartenente alla famiglia degli Ezzelini, era il figlio primogenito di Ezzelino II il Monaco e fratello di Alberico da Romano e di Cunizza da Romano.

Fu politico e condottiero ghibellino, alleato di Federico II di Svevia. Audace, astuto e valoroso, la sua decisione e volontà di dominio sfociarono in atti di spietatezza e crudeltà, in massima parte nella parabola discendente successiva alla morte del suo alleato nel 1250. Nelle cronache posteriori gli vennero dati appellativi come "feroce" e "terribile", anche se va ricordato che molte delle nefandezze attribuitegli sono frutto di leggende.

La famiglia degli Ezzelini o dei Da Romano giunse in Italia dalla Germania tra il X e XI secolo. Si stabilì prima a Onara, attuale frazione di Tombolo dove fece costruire un castello e, dal 1199, a Romano, un borgo nelle vicinanze di Bassano del Grappa che dal 20 novembre 1867, dopo l'unità d'Italia, per non venir confuso con l'omonimo lombardo e piemontese, prese il nome di Romano d'Ezzelino. I Da Romano vengono comunemente identificati come "Ezzelini", in quanto tutti i capostipiti hanno portato questo nome, da Ezzelino I il Balbo a Ezzelino II il Monaco ed Ezzelino III il Tiranno.

Segnalatosi in giovane età nelle guerre per il controllo del vicentino, a seguito del ritiro in convento del padre Ezzelino II il Monaco, nel 1223 ottenne da una divisione dei beni paterni col fratello Alberico i territori di Bassano, di Marostica e di tutti i castelli situati sui colli Euganei.

Aveva già manifestato le sue speciali inclinazioni per la guerra, unite ad uno spirito di dissimulazione e di pazienza, straordinari per la sua età. Era inoltre resistentissimo ad ogni fatica, capace di affrontare impavido qualsiasi pericolo, freddo ed insensibile ad ogni spettacolo di pietà, intollerante di ogni freno e di ogni consiglio. Si comportò con una crudeltà forse maggiore rispetto ai livelli (peraltro assai elevati) dei suoi tempi, anche se non particolarmente credibili sembrano le fonti storiche di parte a lui avversa che non mancarono di descrivere Ezzelino III come un fosco tiranno che traeva personale diletto nell'escogitare torture raffinate quanto crudeli. Fu certamente uomo di parte e delle fazioni si servì principalmente per ingrandire i suoi feudi e rendersi sempre più potente. Per tutto ciò appare come il più attivo e ardente ghibellino, tanto che di questo partito ebbe di fatto il comando nell'Italia settentrionale.

Grazie alle sue abilità politico militari, Ezzelino III estese il suo dominio su Trento, Belluno, Vicenza, Verona, Bassano, Padova e Brescia, creando una sorta di signoria. Dal 1225 al 1230 fu podestà e capitano del popolo di Verona. A quest'epoca risale l'infruttuosa visita di Sant'Antonio di Padova per implorare clemenza per Rizzardo di Sambonifacio. Inizialmente simpatizzante per la Lega Lombarda, per le delusioni subite Ezzelino si schierò però con l'imperatore Federico II di Svevia che lo nominò Vicario Imperiale in Lombardia e segnò con questo suo ufficio la fine di ogni libertà comunale, sottomettendo i Comuni alla sua volontà.

Nel 1233 Ezzelino da Romano distrusse il castello di Caldiero, in provincia di Verona, esistente sul Monte Rocca. L'imperatore nel 1236 gli concesse una guarnigione per metterlo al sicuro dai moti e dalle minacce popolari che serpeggiavano nei domini soggetti agli Ezzelini. Lo stesso anno Federico saccheggiò Vicenza e ne dette il governo a Ezzelino, il quale, nel 1237, si fece consegnare anche Padova, città molto più forte, più ricca e potente delle due che già controllava. Per domare questa città, che era avvezza a tutte le libertà dei regimi popolari, fece arrestare tutti coloro che per cultura, per casato e per benemerenze avevano acquistato la stima della cittadinanza. Ordinò che le case dei carcerati e dei fuoriusciti fossero rase al suolo e che i giovani rimasti in città dovessero entrare in corpi di leva, per non sfuggire al suo controllo e alla terribile disciplina del "mestiere delle armi".

Dopo la vittoria di Cortenuova (BG), contro i comuni lombardi guidati dal podestà milanese Pietro Tiepolo, il 27 novembre 1237, Federico gli dette in sposa una sua figlia naturale, Selvaggia, che morì giovanissima. Ezzelino III in seguito si risposò altre due volte.

Il 22 maggio 1238, giorno di Pentecoste, nella Basilica di San Zeno (Verona), Ezzelino III sposò dunque Selvaggia, figlia naturale dell'imperatore Federico II. Divenne così, con l'appoggio dell'imperatore e dei suoi consiglieri (fra cui l'astrologo Guido Bonatti), vicario imperiale per tutti i paesi tra le Alpi di Trento e il fiume Oglio. Tutta quest'area, del resto, era già di fatto sotto la giurisdizione di Ezzelino che s'era guadagnato l'obbedienza dei suoi sudditi grazie alla sua efferatezza e alle sue più raffinate crudeltà. Fece una volta murare le porte delle prigioni, rigurgitanti di tanti suoi avversari, e le grida degli affamati - che generavano terrore in tutta la città - sembra che procurassero al tiranno uno speciale piacere, mentre in un sol giorno, nel 1239, assistette come ad uno spettacolo al supplizio di diciotto padovani nel Pra' della Valle.

Nel 1242 Ezzelino III diede alle fiamme e si impadronì della città di Montagnana, al tempo controllata dagli Este. Questo evento viene rievocato ogni anno nel comune padovano agli inizi di settembre con l'incendio della Rocca degli Alberi.

La morte nel 1250 di Federico II non comportò la fine di Ezzelino III. Accusato di efferatezze e di eresia, nel 1254 fu scomunicato da papa Alessandro IV, al secolo Rinaldo Segni, grande avversario della fazione ghibellina, che sperava di sbarazzarsi in tal modo di un formidabile ostacolo alla sua politica anti-imperiale. Nel mese di marzo 1256 Azzo VII d'Este, podestà a vita di Ferrara, ricevette da Filippo, arcivescovo di Ravenna, l'incarico di condurre una "crociata" contro Ezzelino, padrone assoluto di Verona, Vicenza, Padova, Feltre e Belluno, mentre Treviso era sotto il dominio di suo fratello Alberico. Solo Trento, conquistata da Ezzelino III nel 1241, era nel frattempo riuscita stabilmente a liberarsi nel 1255, mentre l'anno seguente la rivolta del piccolo centro di Cologna Veneta, presso Verona, guidata da Jacopo Bonfado, fu soffocata rapidamente da Ezzelino nel sangue[3]. Alla "crociata" contro Ezzelino III parteciparono, partendo dalla Torre delle Bebbe, il presidio veneziano, i soldati di Venezia, Bologna, Mantova, il conte di San Bonifacio e molti altri signori. Mentre Ezzelino era occupato nella conquista di Brescia, i "crociati" di Azzo VII si impadronirono il 19 giugno 1256 di Padova, anche perché Ezzelino, diffidando dei 10.000 padovani coscritti nelle sue milizie, li aveva fatti chiudere dapprima nell'anfiteatro di Verona, poi a piccoli gruppi nelle prigioni dei suoi vari domini e in pochi giorni se ne era disfatto, lasciandone uno solo in vita. I "crociati" dal canto loro non seppero profittare del loro vantaggio nel corso della prima fase della guerra contro Ezzelino III, perché le loro forze erano sparse e i loro signori divisi. Per ben due anni si trascinò pertanto una guerra di agguati e di mischie sanguinose, durante i quali Ezzelino III riuscì a impadronirsi di Brescia nel 1258.

Le amicizie e le alleanze sulle quali Ezzelino III da Romano contava, gradatamente gli vennero comunque meno e se il fratello (con cui era entrato in litigio nel 1239) si riaccostò a lui, vecchi alleati e amici - come Oberto II Pallavicino - finirono col raggiungere le file dei "crociati", promettendo danaro e uomini per abbattere il tiranno. Ghibellini e guelfi si trovarono così uniti e una peculiare alleanza fu dunque stretta tra le due fazioni l'11 giugno 1259. Che le ragioni dello scontro fossero però essenzialmente politiche ce lo dimostra il fatto che Ezzelino fosse invocato dai ghibellini di Milano per contrastare i guelfi. Passò pertanto l'Oglio e l'Adda con un forte esercito, per tentare di impadronirsi di Monza e di Trezzo. Il popolo milanese a sua volta rispose armandosi e andandogli incontro. Oberto II Pallavicino a capo dei cremonesi, il marchese d'Este a capo dei ferraresi e dei mantovani, si impadronirono di Cassano d'Adda e tagliarono ogni possibilità di ritirata a Ezzelino. Ezzelino III fu quindi sconfitto dopo una strenua battaglia il 16 settembre 1259 a Cassano d'Adda dalla lega guelfa di Azzo VII d'Este e, in seguito alle gravi ferite riportate, venne catturato e portato a Soncino, nell'attuale provincia di Cremona, dove spirò il 27 settembre, a 65 anni di età, così come era vissuto: rifiutando sacramenti e medicine. Infatti strappatesi le fasciature, morì dissanguato, senza alcuna pietà neppure per se stesso.

A Soncino ancor oggi ogni settimana si ricorda la sua morte con il rintocco di una campana e si favoleggia circa il fatto che sia stato sepolto con il suo tesoro. Suo fratello Alberico, catturato nel suo castello di San Zenone dai vincitori, fu trucidato insieme alla sua famiglia.

Ezzelino III Da Romano Dove ha soggiornato

Castello degli Ezzelini

 Piazza Castello, SNC - 36061 Bassano del Grappa - Vicenza
Castello

La costruzione del Castello degli Ezzelini è da inquadrare nelle prime fortificazioni difensive sorte attorno alla Chiesa di Santa Maria, come testimonia un documento risalente all'anno 998; nella... vedi

Epoca
Medioevo

Dove
Italia, Vicenza

Castello di Illasi

 Località San Felice, 9 - 37031 Illasi - Verona
Castello

Posto in zona collinare e inserito nella parte più antica del comune il castello di Illasi, assieme a quello di Soave, ha il compito di salvaguardia e controllo dei percorsi di fondovalle. vedi

Epoca
Medioevo

Dove
Italia, Verona

Castello di Soave

 Via del Castello - 37038 Soave - Verona
Borgo Storico & Albergo Diffuso, Castello

Esempio altamente rappresentativo dell’architettura militare medievale, il Castello di Soave sorge sul Monte Tenda a dominare la vasta pianura veneta. Luogo di rara suggestione si offre sia come... vedi

Servizi offerti

Affitto per Cerimonie / Convegni

Epoca
Medioevo

Dove
Italia, Verona