I Pallavicino (o Pallavicini) furono una delle maggiori e più antiche casate feudali dell'Italia Settentrionale, e uno dei rami più fiorenti (insieme ai Malaspina e agli Estensi) dell'antichissima stirpe obertenga. Ebbero potere nell'area tra Cremona, Parma e Piacenza, in cui costituirono uno Stato (detto appunto Stato Pallavicino comprendente Busseto, Zibello, Cortemaggiore ecc.), che godette di indipendenza fino a che fu sottomesso dai Farnese di Parma e Piacenza. Questo ramo discese da Guglielmo, primogenito di Alberto, denominato 'il Greco', il cui secondo figlio Niccolò fu capostipite del ramo genovese dei Pallavicino (o Pallavicini). Più avanti da Donnino (m.1557) prese avvio il ramo piemontese di Stupinigi.
I Pallavicino appartenevano al ramo adalbertino della stirpe obertenga, di cui facevano parte anche i marchesi di Massa, Corsica, Parodi, Lupi e Gavi. Gli antenati dei Pallavicino furono dapprima una diramazione minore della famiglia, che si era stabilita nella valle Padana, tra Cremona e Piacenza. Da dove si estesero sino alla Liguria.
Da un marchese Alberto, vivente attorno al 1100 e in Italia nel 1116 con Enrico V discendono sia i Pallavicino (o Pallavicini) sia l'antica casata cremonese dei Cavalcabò, tuttora esistente. Figlio di Alberto fu il marchese Oberto I detto 'Pelavicino' (m. 1148), soprannome forse neppure scherzoso in riferimento alla sua rapacità (condivisa peraltro da molti e propria del periodo storico). Fu chiamato "Pelavicino" anche Oberto II (m. 1269), nipote di Oberto I e figlio di un altro "Pelavicino" (m. 1217). Tale soprannome fu in prosieguo ereditato dai suoi discendenti, divenendo il cognome della famiglia nella forma Pallavicino (o Pallavicini). Oberto I ottenne da Federico I la conferma dei feudi ereditari, nella pianura attorno all'Arda, l'antica contea di Aucia e futuro Stato Pallavicino. Il nipote Guglielmo, morto nel 1217, fu il capostipite di tutte le linee note del ramo cosiddetto 'Lombardo', che trassero origine dai nipoti Oberto II, Manfredo, detto 'Manfredino il Pio'(1254 - 1328) e Pelavicino.
Il più celebre dei figli di Guglielmo fu Oberto II Pallavicino, seguace dell'imperatore Federico II e successivamente capo riconosciuto del partito ghibellino nella valle Padana. Fu Signore di Cremona, Pavia, Piacenza, vicario imperiale, capitano generale di Milano.
La sua fortuna declinò con l'arrivo in Italia di Carlo I d'Angiò, la sconfitta di Corradino di Svevia e il trionfo della parte guelfa. Gli rimanevano solo i beni ereditari, che passarono al figlio Manfredino, i cui figli Oberto III e Donnino nel 1348 divisero tra loro i feudi. A Oberto in particolare toccò Busseto, capoluogo dello Stato Pallavicino; Oberto iniziò una solida alleanza con i Visconti di Milano. Da Oberto III, tramite Nicolò (fedele alleato di Giangaleazzo Visconti) si giunge a Rolando il Magnifico, che diede allo Stato Pallavicino gli statuti che ne regolarono la vita civile per tre secoli; ma fu anche l'ultimo marchese sotto il quale questo Stato mantenne la sua unità. Egli infatti nel 1453 lo divise tra i suoi numerosi figli, da cui ebbero origine le linee di Varano, Tabiano, Cortemaggiore, Busseto, Polesine e Zibello.
Si ricorda che dal citato Donnino discesero i marchesi di Ravarano (fraz. di Calestano nell'Appennino parmigiano); essi, divisi in più linee e generalmente decaduti, si estinsero entro il XVIII secolo, salvo una linea che acquisì il feudo di Stupinigi e si trasferì in Piemonte. Questa ebbe importanti incarichi alla corte dei Savoia, il governatorato di Ceva e il marchesato di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana, e si estinse nel ramo principale nel 1816 mentre il ramo cadetto dei marchesi di Priola è tuttora fiorente.