Il castello di Serralunga d’Alba, da molti considerato uno degli esempi meglio conservati di castello nobiliare trecentesco del Piemonte, si erge sul crinale del colle a sovrastare il caratteristico borgo e le sue famose vigne. Dal 2015 è in consegna al Polo Museale del Piemonte.
Castello di Serralunga d'Alba Storia
L’antico maniero è il simbolo di questo paesaggio, colpendo immediatamente per lo slancio e la verticalità della sua architettura gotica.
Slanciato e maestoso, domina uno dei borghi più belli e intatti delle Langhe, circondato dalle colline dei grandi vini. È considerato uno degli esempi meglio conservati di castello nobiliare trecentesco del Piemonte, e rappresenta un caso unico in Italia per la sua struttura architettonica, propria di un donjon francese.
Già nel XII secolo una torre sovrastava e difendeva il borgo. Nel 1340 Pietrino Falletti riceve il feudo quale ricompensa per il proprio impegno militare, fa abbattere la torre ed erigere il castello. La costruzione dell’edificio doveva essere terminata nel 1357, al cui febbraio risale un documento che registra una vendita effettuata in una sua sala.
Le circostanze di non essere stato oggetto di fatti militari importanti e di non essere mai stato trasformato a scopo residenziale ce lo hanno consegnato inalterato nella sua struttura originale di roccaforte medioevale. Più che un ruolo militare, però, il castello ha svolto nei secoli una funzione di controllo sulle attività produttive del territorio, come dimostra la sua verticalità, tesa a sottolineare il prestigio della famiglia Falletti.
Il castello già a fine Trecento presenta il palacium, edificio principale compatto e allungato, costituito da ampie sale sovrapposte; una torre cilindrica ed una pensile con finalità di avvistamento; una torre a base quadrata; la corte con il ponte levatoio. Presso l’ampio ambiente al livello della corte, con funzione di aula pubblica per l’amministrazione della giustizia, si trova anche una piccola cappella con volta a botte e affreschi risalenti alla metà del XV secolo. Raffigurano il Martirio di santa Caterina d’Alessandria. I grandi camini e soffitti lignei sono le uniche testimonianze rimaste degli arredi originali. Al piano sommitale si sviluppava il cammino di ronda, inizialmente aperto e protetto dai merli, successivamente coperto dal tetto.
Dalle finestre del terzo piano la vista è spettacolare, a 360 gradi sulle Langhe, fino alle vette dell'arco alpino.
Dal 1949 il castello è proprietà dello Stato, che lo ha acquistato dall’Opera Pia Barolo, l’ente istituito per volontà testamentaria della marchesa Giulia di Barolo, ultima erede della famiglia Falletti. Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la cura del castello da parte dell’Opera Pia è stata subordinata all’attenzione per le prestazioni produttive delle cascine del territorio: il castello ha ospitato in questi anni cantine, tinaggi e depositi di prodotti agricoli.
Con l’acquisizione statale sono stati avviati i primi importanti lavori di restauro. Dal 2015 il castello è in consegna al Polo Museale del Piemonte.