Personaggio storico Giuseppe D'Asburgo Lorena

Nato nel: 1741  - Deceduto nel: 1790
Giuseppe Benedetto Augusto Giovanni Antonio Michele Adamo Davide d'Asburgo-Lorena fu imperatore del Sacro Romano Impero dal 1765 e dallo stesso anno associato al trono con la madre Maria Teresa sui domini della famiglia d'Asburgo fino alla morte di lei (1780), quindi unico regnante fino alla morte avvenuta nel 1790. Durante il suo regno era considerato dai contemporanei come il tipico rappresentante del "dispotismo illuminato" e come Imperatore continuò l'opera della madre secondo i principi del giurisdizionalismo.

Il 27 marzo 1764 Giuseppe II, reputato ormai sufficientemente adulto da poter condividere i poteri paterni, venne prescelto a Francoforte sul Meno, di fronte alla dieta imperiale riunita, quale Re di Germania (titolo sussidiario a quello di Imperatore del Sacro Romano Impero) e venne incoronato il 3 aprile di quello stesso anno, assumendo il motto Virtute et exemplo.

Nel 1765, alla morte improvvisa del padre, Giuseppe II poté assurgere al trono del Sacro Romano Impero. Nello stesso anno venne altresì associato ufficialmente alla madre come co-reggente su tutti gli Stati di collazione arciducale, senza comunque avere la possibilità di dare ampio spazio alle proprie iniziative di governo. La posizione di Imperatore del Sacro Romano Impero, inoltre, dalla metà del Seicento, era divenuta perlopiù un appellativo d'onorificenza più che una vera e propria carica statale, il che diminuì ulteriormente la propria influenza sugli affari di governo, pur concedendogli un controllo pressoché totale sulle finanze dello Stato.

Sappiamo dai documenti d'epoca che in moltissime occasioni Giuseppe aveva idee completamente opposte a quelle della madre, soprattutto in politica interna, ma fu comunque soggetto alla predominante figura di Maria Teresa, la quale del resto contribuì ad instradare la sua educazione verso gli ideali dell'illuminismo che poi fonderanno la base della politica di Giuseppe II. Alla morte della madre nel 1780, Giuseppe II tentò di riconvertire la propria politica, ma questo si dimostrava scorretto nei confronti della propria condotta e dello Stato che già da diverso tempo era stato abituato ad una linea di impostazione teresiana.

Giuseppe II è noto soprattutto al mondo per essere stato uno dei più grandi sovrani della storia propugnatori dell'assolutismo illuminato. Questo si può dedurre in prima istanza proprio dai suoi scritti, dai quali si evince che egli concepiva il proprio ruolo a capo della nazione come un dovere sacrosanto da adempiere per essere il tramite che legava Dio al suo popolo, incentrando sempre più il ruolo di governo sulla sua persona, pur mantenendo una politica e degli ideali di stampo illuminista: "Tutto per il popolo, ma niente attraverso il popolo" è il motto con cui sovente si è identificata la condotta del regno di Giuseppe II.

Ovviamente in questo, Giuseppe II recuperò non solo l'influenza dell'aristocrazia austriaca, ma anche un tocco cavalleresco e medioevale che lo consacrava come il re-sacerdote, fatto che lo spinse molto a considerare attivamente gli affari ecclesiastici come affari di governo. Nel 1782, inoltre, abolì le servitù personali dei contadini e nelle proprietà reali essi divennero affittuari ereditari.

A questo si accompagnava anche una grande tendenza al centralismo che lo portò a progettare un'ambiziosa politica interna all'impero: egli voleva infatti fare dell'Austria un potente stato unitario con la Germania, abolendo tutte le differenze e i privilegi linguistici e culturali che contraddistinguevano le nazioni parti del Sacro Romano Impero e sottoposte alla sua guida. Questo, ovviamente, scatenò quasi ovunque nell'impero delle tendenze nazionaliste e delle rivolte popolari che lo fecero recedere da questo progetto.

Una delle sue preoccupazioni fu il benessere del proprio popolo, in particolare sotto l'aspetto della salute che egli curò in maniera particolare con la costruzione di un ospedale a Vienna che da lui prese il nome di "Josephinum" che venne personalmente progettato dal monarca nei più piccoli dettagli.

La sua riforma degli orari di lavoro per operai e braccianti, fu invece osteggiata dalla vecchia classe dirigente austriaca che vedeva nel lavoro a basso prezzo delle classi meno agiate una forma facile di guadagno e sfruttamento.

La politica estera dell'Imperatore Giuseppe II fu essenzialmente una politica di espansione, ma non certo favorita dalla fortuna. La partecipazione dell'Austria alla prima spartizione della Polonia, apportò all'Impero il governo della Galizia che però dovette tornare presto alla Prussia in quanto essa si era proposta di partecipare al fianco della Prussia nella guerra contro i turchi, manifestando nel medesimo tempo il desiderio di ottenere un territorio che permettesse allo Stato prussiano di collegarsi con i possedimenti baltici della Prussia dell'Est che si trovavano isolati dalla vicina Pomerania. Malgrado la vicinanza dell'Austria al governo russo di Caterina II, l'Impero ebbe sempre un ruolo secondario nelle spartizioni della Polonia che seguirono.

Nella Guerra di successione bavarese, i trattati iniziali prevedevano che la Baviera sarebbe dovuta passare direttamente nelle mani dei domini ereditari asburgici e che i Wittelsbach avrebbero dovuto ottenere in cambio il governo dei Paesi Bassi austriaci, ma questo progetto fallì lasciando invariata la situazione territoriale europea.

Nel 1787 Giuseppe II fece nuovamente pressione su Caterina II di Russia per ingaggiare una nuova guerra contro i turchi, dalla quale però l'Austria trasse solo un minimo vantaggio.

Nel novembre del 1788 Giuseppe II fece ritorno a Vienna dopo un suo viaggio nel quale si era ammalato gravemente, a tal punto che già nel 1789 si era pensata per lui una co-reggenza del fratello ed erede Leopoldo, anche per affrontare una situazione internazionale poco piacevole: infatti le truppe imperiali si erano perlopiù accentrate sul confine belga dopo i primi sentori rivoluzionari francesi dell'estate di quello stesso anno. In Ungheria, poi, i nobili locali erano in aperta ribellione ed in tutti gli Stati dell'impero si potevano veder scoppiare quasi quotidianamente piccole e medie rivolte che portavano alla ribalta i sentimenti di rivendicazione nazionalistica.

Giuseppe venne però abbandonato a se stesso, a tal punto che il Kaunitz, suo ministro di fiducia, si rifiutò di recargli visita quando si trovava a letto sofferente e non lo vide per i successivi due anni di vita dell'Imperatore. Leopoldo, il fratello minore dell'Imperatore, rimaneva a Firenze dove era Granduca, incurante delle sorti dell'Impero del fratello.

L'imperatore Giuseppe II morì il 20 febbraio 1790 di tubercolosi. In mancanza di eredi, gli successe come era facile prevedere, il fratello minore Leopoldo. Il suo corpo venne sepolto nella tomba 42 della Kapuzinergruft (Cripta dei Cappuccini) di Vienna assieme alle salme dei suoi antenati. Egli stesso dettò il suo epitaffio: "Qui giace Giuseppe II, colui che fallì qualsiasi cosa che intraprese".

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