Personaggio storico d'Arcano

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Secondo la tradizione, la famiglia dei signori d'Arcano, fino al XV secolo chiamati normalmente 'Tricano" per i tre cani neri presenti nello stemma assieme agli scacchi bianchi e rossi, ancor oggi insegna dello stato croato, sarebbe discendente da Sigisberto figlio del re di Croazia.  Enrico d'Arcano è citato in un atto del 1024 ma una vera continuità genealogica si ha con Leonardo 'de Cornu", menzionato in un documento del 1161, giurista del castello di Arcano superiore costruito a custodia del fiume Corno.BRPoco dopo, nel 1209, per i meriti del nipote Leonardo II - marchese d'Istria e vicario imperiale - gli Arcano ottennero da Ottone IV il titolo di conti del Sacro romano impero. La casata, nell'ambito del Patriarcato divenne una delle 4 famiglie di ministeriali maggiori ai quali spettava di accompagnare il neoeletto patriarca a prendere possesso del seggio aquileiese. Il prestigioso duplice ministerium assegnato in via ereditaria agli Arcano fu quello di 'confaloniere" - con il compito di portare lo stendardo della Chiesa d'Aquileia - e di 'marescalco", relativo alla custodia della cavalleria e della sicurezza nelle più importanti vie di comunicazione. Sempre per diritto ereditario occupavano il decimo posto nel Parlamento friulano. La casata raggiunse il massimo potere fra il XIII e il XIV secolo, con numerosi feudi ubicati dall'Alto al Basso Friuli (fra l'altro con metà della cittadina di Venzone e dei relativi dazi), all'Istria e alla Romagna.
Con l'avvento della Repubblica veneta ebbe molto ridimensionato il ruolo politico pur riuscendo a mantenere le prerogative castellane.BRFra i membri più illustri della famiglia, oltre al già menzionato Leonardo II, si ricordano: Poppo (†1206), vescovo di Passau in Baviera; Rizzardo (XV-XVI secolo), umanista; Giovanni Mauro (1498c.-1536), poeta; Giulio (1513-1604), celebre giureconsulto e docente all'Università di Padova; Pietro Leonardo (fra' Sulpizio come barnabita) (1666-1718), erudito e superiore generale della congregazione; Nicolò (1652-1714), vescovo di Comacchio, morto in concetto di santità; Pietro (1698-1760), diplomatico della Repubblica veneta ma più noto come musicista; Maurizio (1734-1812) studioso e collezionista di sigilli antichi; Giuseppe (1820-1874), patriota.Enrico d'Arcano è citato in un atto del 1024 ma una vera continuità genealogica si ha con Leonardo 'de Cornu", menzionato in un documento del 1161, giurista del castello di Arcano superiore costruito a custodia del fiume Corno.BRPoco dopo, nel 1209, per i meriti del nipote Leonardo II - marchese d'Istria e vicario imperiale - gli Arcano ottennero da Ottone IV il titolo di conti del Sacro romano impero. La casata, nell'ambito del Patriarcato divenne una delle 4 famiglie di ministeriali maggiori ai quali spettava di accompagnare il neoeletto patriarca a prendere possesso del seggio aquileiese. Il prestigioso duplice ministerium assegnato in via ereditaria agli Arcano fu quello di 'confaloniere" - con il compito di portare lo stendardo della Chiesa d'Aquileia - e di 'marescalco", relativo alla custodia della cavalleria e della sicurezza nelle più importanti vie di comunicazione. Sempre per diritto ereditario occupavano il decimo posto nel Parlamento friulano. La casata raggiunse il massimo potere fra il XIII e il XIV secolo, con numerosi feudi ubicati dall'Alto al Basso Friuli (fra l'altro con metà della cittadina di Venzone e dei relativi dazi), all'Istria e alla Romagna. Con l'avvento della Repubblica veneta ebbe molto ridimensionato il ruolo politico pur riuscendo a mantenere le prerogative castellane.BRFra i membri più illustri della famiglia, oltre al già menzionato Leonardo II, si ricordano: Poppo (†1206), vescovo di Passau in Baviera; Rizzardo (XV-XVI secolo), umanista; Giovanni Mauro (1498c.-1536), poeta; Giulio (1513-1604), celebre giureconsulto e docente all'Università di Padova; Pietro Leonardo (fra' Sulpizio come barnabita) (1666-1718), erudito e superiore generale della congregazione; Nicolò (1652-1714), vescovo di Comacchio, morto in concetto di santità; Pietro (1698-1760), diplomatico della Repubblica veneta ma più noto come musicista; Maurizio (1734-1812) studioso e collezionista di sigilli antichi; Giuseppe (1820-1874), patriota.

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