Henry Ford, figlio di agricoltori di origine irlandese, nel 1888 si trasferì a Detroit dove venne assunto dalla società d'elettricità di Thomas Edison, uno dei padri della lampadina. Durante il tempo libero si dedicò alla costruzione di un'automobile con il motore a combustione interna inventato da Karl Benz e Gottlieb Daimler pochi anni prima. Il primo prototipo di quadriciclo costruito da Ford, nel garage della propria abitazione, fu sperimentato su strada il 4 giugno 1896.
Nel 1899 lasciò l'impiego ed entrò come ingegnere capo nella Detroit Automobile Company. Dopo tre anni decise di lasciarla e fondare la Ford, dove con lo scopo di contenere i prezzi dei beni prodotti attraverso la riduzione dei tempi di lavorazione, introdusse il sistema di lavoro della catena di montaggio. Resta famosa la Ford T, auto semplice ed economica, la prima ad essere prodotta su grande scala. Era il 1908 quando la prima Ford T vide la luce, la mitica Lizzie, così la chiamarono gli americani. Venne prodotta fino al 1927 e ne furono costruite 15 milioni di esemplari. Fu inoltre inventore della Hemp Body Car, un'automobile interamente realizzata in fibre di canapa ed alimentata da etanolo di canapa (il carburante veniva raffinato dai semi della pianta). Unendo infatti passione per la natura ed indubbio fiuto per gli affari, l'imprenditore americano volle ad ogni costo che venisse realizzata una vettura che “uscisse dalla terra”. Per realizzare questo progetto impegnò nella ricerca il fior fiore dei suoi ingegneri che, nel 1941, dopo 12 anni di ricerca diedero forma concreta al progetto. Ford morì sei anni dopo e nel 1955 la coltivazione della canapa venne proibita negli Usa.
Dal 1967 il suo nome è inserito nell'Automotive Hall of Fame che raggruppa le maggiori personalità distintesi in campo automobilistico, premio assegnato da una associazione la cui sede attuale è nella sua città di nascita. Pare che Henry Ford fosse un estimatore della casa automobilistica italiana Alfa Romeo: sua è infatti la famosa frase detta al presidente della casata italiana Ugo Gobbato «Quando vedo un'Alfa mi tolgo il cappello».
In occasione del suo 75º compleanno, nel 1938, Adolf Hitler lo insignì della Gran Croce del Supremo Ordine dell'Aquila Tedesca, che è la più alta onorificenza del regime nazista conferibile ad uno straniero, per l'impegno della sua filiale Ford in Germania, nel rifornire l'esercito nazista di mezzi blindati e nel donare tutti gli utili alla causa Nazista. Inoltre Ford, per diversi anni durante il regime Nazista, si impegnò a versare 50'000 USD di allora come sostegno al Partito di Hitler.
Iniziato in Massoneria, fu fatto Maestro massone nel 1894 nella Loggia "Palestine Lodge N. 357" di Detroit e raggiunse il 33º ed ultimo grado del Rito scozzese antico e accettato nel 1940.
Nel 1938 Ford lasciò la direzione dell'impresa nelle mani del figlio Edsel, che già dal 1922 dirigeva la Lincoln, marchio di lusso del gruppo Ford. Tuttavia, l'anziano patriarca manteneva comunque il controllo delle attività, seppure da dietro le quinte: aveva infatti passato il comando all'ex capo della sicurezza Harry Bennett, rendendo perciò la carica di Edsel meramente di facciata.
Quando il figlio morì di tumore il 26 maggio 1943, il giorno prima del funerale Henry Ford (già ottantenne e plurinfartuato) rese note le sue volontà: Bennett avrebbe continuato a gestire l'attività per suo conto finché i suoi nipoti non avessero compiuto 32 anni. La moglie Clara e la nuora Eleanor lo convinsero, però, a trasferire immediatamente i poteri direttivi al nipote ventiseienne Henry Ford II.
Costui fu nominato presidente della Ford Motor Company il 21 settembre 1945 e, a partire dal 1949, avviò il processo di ristrutturazione dell'impresa propugnato dal padre Edsel già dal 1934 ma categoricamente rifiutato dal nonno Henry fin d'allora.
Henry Ford è autore di un libretto in 4 volumi dal titolo "L'ebreo internazionale" ("The International Jew: The World's Foremost Problem"). Il libretto, che descrive il progetto di dominio sul mondo da parte del popolo ebreo, fu ampiamente diffuso in Germania durante il nazismo e fu fonte di ispirazione per Hitler. Ford sostenne anche l'autenticità dei Protocolli dei Savi di Sion e ne fece stampare un'edizione a sue spese, regalando copie autografate del libro; in seguito tuttavia ordinò di ritirare le copie dal commercio.
Ford muore nel 1947 ed oggi riposa nel cimitero a lui stesso intitolato a Detroit, Michigan.