A pochi passi dalla folla che si accalca in piazza San Marco si estende a ridosso del Golf di Venezia un’oasi tutelata dal WWF, polmone verde che racchiude flora e fauna in via di estinzione. Si presenta come una successione di dune che, dalla battigia antistante la spiaggia, si elevano via via verso l’interno, in dune embrionali, dune mobili e dune stabilizzate (quelle meno soggette all’erosione dei venti) fino al nucleo boschivo più interno, caratterizzato da una pineta creata da un rimboschimento del dopo guerra. La leggenda vuole che sia stato un piccolo incidente legato ad una visita dell’americano
Henry Ford, presidente della omonima casa automobilistica, ad originare l’idea di costruire un percorso di golf al Lido di Venezia. Sbarcato nel 1928 all’Hotel Excelsior con sacca e bastoni al seguito, chiese all’amico Conte
Giuseppe Volpi di Misurata di potersi andare a cimentare sul più vicino links.
Il suo ospite, a malincuore, dovette rispondere che non esistevano campi da golf a Venezia, salvo ripromettersi di non doversi più esporre in vita sua ad una simile figuraccia, anche se questo sport era allora in Italia ancora pressoché sconosciuto.
Il Conte Volpi di Misurata, all’epoca azionista nonchè presidente della Compagnia Italiana Grandi Alberghi (CIGA) si mise immediatamente alla ricerca di un’area idonea ove progettare un campo all’altezza delle eleganti strutture già esistenti nell’isola. L’area individuata fu una zona di 100 ettari agli Alberoni, l’estremità sud del Lido adiacente alla bocca di porto di Malamocco, le cui caratteristiche naturali si presentavano all’altezza delle migliori tradizioni britanniche, ventosa e caratterizzata da un fondo sabbioso. Attorno ad una antica fortificazione austriaca eretta per la difesa di Venezia, ad alloggi militari e scuderie per cavalli, che costituiscono l’ossatura dell’attuale Club House, nel 1928 furono avviati i lavori sotto la direzione dell’architetto scozzese Cruikshank della Maxwell M. Hart di Glasgow; egli disegnò le prime 9 buche dotando finalmente Venezia di un intrigante campo PAR 35.
Sui green del Lido si cimentarono personalità autorevoli, da
Hitler e
Mussolini al Duca di Windsor e Henry Cotton. Già nel dopoguerra fu sentita l’esigenza di ampliare il campo e su progetto dell’architetto C.K. Cotton furono aggiunte le altre 9 buche arrivando ad un impegnativo PAR 72, praticabile dal 1951.
Nel corso degli anni il Circolo Golf Venezia ha ospitato innumerevoli gare di altissimo livello: dall’Open d’Italia nelle edizioni del 1955, 1960 e 1974, all’incontro Usa-Europa del 1978, al Vagliano Trophy del 1989 e 2001, fino alle quattro edizioni dell’Italian Seniors Open del 2004, 2005, 2006, 2007, oltre ad innumerevoli campionati italiani CIRCOLO GOLF VENEZIA individuali, foursome, ed a squadre. Assolutamente da citare la gara di maggior prestigio della stagione agonistica veneziana, l’ambitissimo “Leone di San Marco”, conteso ogni anno dai migliori dilettanti a livello nazionale fin dal 1953.
Attorno ad una antica fortificazione austriaca eretta per la difesa di Venezia, e tuttora esistente, alloggi militari e scuderie per i cavalli costituiscono l’ossatura dell’attuale club house. Passato il ponte d’ingresso al forte si può osservare l’edificio centrale ex ricovero della guarnigione e oggi adibito ad ospitare i principali servizi del Circolo. In una suggestiva cornice storica la club house, caratterizzata da un’ampia veranda a ridosso del putting green, ospita segreteria, spogliatoi e deposito sacche.
Il motivo dominante è da sempre il forte spirito di accoglienza, ospitalità e sportività. All’interno della club house un confortevole ristorante è a disposizione dei soci e degli ospiti con una cucina genuina e caratteristica della laguna veneziana.
l nucleo dell’Oasi non esisteva fino al 1800, tanto che il mare arrivava
a lambire l’antico Forte degli Alberoni. La spiaggia si formò dunque
dopo la costruzione della diga della Bocca di Porto di Malamocco nel
1872, per effetto della azione dei venti e delle correnti marine. L’Oasi
include una vasta pineta di pino domestico e pino marittimo, dove è in
atto una riconversione a bosco di latifoglie di ornello e leccio.
Nell’area verso il Golf attorno all’ottocentesca Batteria Rocchetta (in
prossimità dell’attuale faro) circondata da un fossato, si estendono
boschetti di pioppo bianco.