La Biblioteca Marciana si trova in Piazza San Marco, tra il Campanile e la Zecca, ed è la biblioteca più importante di Venezia, nonché una delle più grandi d’Italia, sorta in seguito alla donazione del cardinale greco Bessarione, che nel 1468 donò alla Serenissima la sua raccolta libraria. L’edificio, opera di Jacopo Sansovino, presenta saloni decorati da Tiziano, Veronese, Tintoretto e altri grandi del Rinascimento e ospita circa un milione tra volumi, manoscritti, incunaboli e collezioni di mappe e atlanti, sia storici che attuali.
Biblioteca Nazionale Marciana Storia
La Biblioteca Marciana deve la sua origine alla donazione del cardinale
Bessarione del 1468 alla città di Venezia. La raccolta comprendeva circa 750 codici, cui si aggiunsero altri 250 manoscritti e opere di stampa, facendo nascere così il disegno di una “pubblica Libreria” a Venezia, opera che già Francesco Petrarca aveva concepito un secolo prima senza però la possibilità di condurre a termine il progetto. Bessarione aveva posto come condizione al lascito la collocazione dei libri in una degna sede, ma la Serenissima prese molto tempo per adempiere a questa volontà: la biblioteca venne prima collocata in un edificio sulla Riva degli Schiavoni, poi in San Marco, (donde l’appellativo della libreria), ed infine nel Palazzo Ducale.
Solo nel 1537 venne avviata la costruzione del Palazzo della Libreria su progetto di
Jacopo Sansovino, sito in Piazza San Marco. Durante i lavori la volta crollò e, accusato di esserne responsabile, Sansovino fu imprigionato; liberato per intercessione di alcune amicizie influenti, fu obbligato a ricostruire a proprie spese l’edificio. La biblioteca si trasferì qui nel 1553 tuttavia fu solo nel 1588 che venne ultimato il complesso da
Vincenzo Scamozzi, subentrato alla direzione dell’opera dopo la morte del Sansovino avvenuta nel 1570.
L'Edificio è a due ordini: dorico nel porticato, ionico nel piano superiore. Il portico ha il portale mediano fiancheggiato da due grandi cariatidi. All'interno, al termine della scala a due rampe, si apre un Vestibolo con uno splendido soffitto opera di Stefano e Cristoforo Rosa, della metà del XVI secolo. Il salone è decorato sontuosamente e offre sul soffitto tre opere di Paolo Veronese: Il Canto, La Musica e L'Onore. Alla sua decorazione contribuirono tra gli altri
Tiziano, Alessandro Vittoria, Battista Franco, Giuseppe Porta,
Bartolomeo Ammannati ed il
Tintoretto, già attivo nella decorazione del Vestibolo, con tele oggi sparse in varie collezioni.
Nel 1603 entrò in vigore una legge che impose a ogni stampatore veneto di depositare una copia di ogni libro stampato presso la Marciana, che divenne così la biblioteca istituzionale della Serenissima Repubblica. Dopo la caduta di Venezia, le raccolte di enti religiosi soppressi da Napoleone confluirono in parte nella Biblioteca Marciana. Nel 1811 la biblioteca venne trasferita a Palazzo Ducale, per tornare nella sua sede storica solo nel 1924.
La Marciana, che dipende dal Ministero per i beni e le attività culturali, conta oggi circa un milione di volumi, di cui circa 13.000 manoscritti, molti dei quali ricchi di miniature. Gli incunaboli sono 2.887, le cinquecentine 24.069. Tra le opere più prestigiose del fondo della Marciana sono i due codici più famosi dell’Iliade, l’Homerus Venetus A del X secolo e l’Homerus Venetus B del XI secolo, una grande collezione di mappe ed atlanti, la Chronologia Magna di Fra Paolino, un manoscritto di Plinio del 1481 precedentemente appartenuto a Giovanni Pico della Mirandola, ed un esemplare del primo libro stampato a Venezia, le Epistolae ad Familiares di Cicerone del 1481. La biblioteca dispone anche di una notevole collezione di mappe ed atlanti, sia storici che attuali. Spiccano la mappa del mondo di Fra Mauro del 1459 e la pianta della città di Venezia vista a volo d'uccello di Jacopo de' Barbari del 1500.