Personaggio storico Ippolito Pindemonte

Nato nel: 1753  - Deceduto nel: 1828
Ippolito Pindemonte è stato un poeta e letterato italiano. Di nobile famiglia veronese, studiò a Modena presso il Collegio dei Nobili di San Carlo e a Verona ricevendo un'educazione di tipo classico.  Durante la giovinezza compì il gran tour e viaggiò molto in Italia (Roma, Napoli e la Sicilia), Francia, Germania e Austria. Questo viaggio gli permise di scoprire la profonda frattura tra teoria e prassi dei cosiddetti "despoti illuminati". Il suo intento, tuttavia, era fuggire da Verona e dal clima inquisitorio che lo accusava di appartenere alla massoneria. Non esistono prove della sua appartenenza a tale organizzazione. Durante il viaggio scrisse un romanzo autobiografico, "Abaritte - Storia verissima". Abaritte è Pindemonte stesso, che usa pseudonimi per chiamare persone e luoghi. Nel 1776 fece un viaggio in barca a vela in Sicilia, Malta e Grecia, cui alludono i versi 213/4 nel carme Dei sepolcri di Foscolo.
Il 2 novembre del 1779 il Pindemonte visitò le Catacombe dei Cappuccini di Palermo e ne rimase colpito tanto profondamente da trarne l'ispirazione d'un suo carme.  Nel periodo della Rivoluzione francese si trovava vicino a Parigi con Vittorio Alfieri: pur apprezzando gli ideali rivoluzionari, alle violenze del Terrore contrappose sempre il desiderio di pace nell'abbandono alla contemplazione della natura. Subendo l'influenza del poeta inglese Thomas Gray e del poeta svizzero Salomon Gessner, la sua poesia è di stampo neoclassico, con chiari elementi che si avvicinano alla nuova sensibilità romantica. Ottenne un premio dall'Accademia della Crusca, di cui divenne membro. Morì nel 1828, un anno dopo Ugo Foscolo, il poeta che gli dedicò la sua famosa opera Dei sepolcri, ma col quale Pindemonte ebbe un rapporto complicato, misto di freddezze e ammirazione.
La sua opera più nota è sicuramente la traduzione dell'Odissea, che ebbe grandissimo successo e numerose edizioni e ristampe, malgrado non riuscisse a trasmettere il senso epico dell'originale.  Fu poi autore di due raccolte affini per spirito e temi: Poesie campestri (prima edizione del 1788) e le Prose campestri (1794), nelle quali meglio si esprime la poetica del Pindemonte.  Scrisse le Epistole (1805) e i Sermoni poetici (1819); fu anche autore di diverse tragedie, tra cui Arminio (1804), in cui si nota l'influenza della poesia ossianica.  Il poemetto I cimiteri fu lasciato incompiuto dall'autore alla notizia che il Foscolo stava per dare alle stampe Dei sepolcri: questi dedicò il carme proprio al Pindemonte. Tuttavia, l'anno successivo alla pubblicazione del capolavoro foscoliano, Pindemonte pubblicò un omonimo carme Dei sepolcri, dove il tema cimiteriale è trattato su un piano più privatamente affettivo, contrariamente a quanto aveva inteso fare Foscolo con la sua poesia civile.  Compose un'ode dedicatoria all'astronomo Antonio Cagnoli pubblicata sul testo Notizie astronomiche.
La poetica di Pindemonte, seppur classicista, ha in sé un'inquietudine, uno spirito melanconico e una vicinanza ai temi sentimentali, che a tratti l'avvicinano alla nuova poetica romantica: per questo fu considerato dai romantici un precursore.

Ippolito Pindemonte Dove ha soggiornato

Villa Mosconi Bertani

 Località Novare, SNC - 37024 Arbizzano di Negrar - Verona
Palazzo

Villa Mosconi Bertani, conosciuta anche come Villa Novare, è una villa veneta neoclassica risalente al XVIII secolo. La tenuta estensione l'estensione di un precedente complesso del secolo XVI ed... vedi

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Epoca
Settecento

Dove
Italia, Verona