Nato il 29 aprile 1818, figlio maggiore di Nicola I, Alessandro era stato preparato scrupolosamente alla sua attività di sovrano.
La più importante riforma operata dallo zar, durante il suo regno, fu l'abolizione della servitù della gleba, coniando il detto: « meglio abolire la servitù della gleba dall'alto, piuttosto che aspettare che l'abolizione cominci dal basso ».
Di sua iniziativa, e con la collaborazione della nobiltà, il 19 febbraio (3 marzo) 1861 venne pubblicata la « ordinanza sui contadini liberati dalla servitù della gleba », con cui più di venti milioni di contadini con le loro famiglie divennero personalmente liberi.
Meno fortunata fu la regolamentazione economica, poiché la maggioranza dei contadini, fornita solo insufficientemente di terre, a causa della acquisizione forzata si indebitò rapidamente senza peraltro riuscire a ottenere l'indipendenza economica.
Anche con altre riforme incise profondamente nella vita politica interna; lo statuto dell'università del 1863 condusse alla restaurazione dell'autogoverno accademico: e la istituzione di organi regionali di auto amministrazione (zemstvo) nel 1864, a cui seguì nel 1870 un corrispondente ordinamento cittadino, fece prender parte la società alla formazione della vita politico-sociale.
Meglio di tutto riuscì la riforma del diritto (1864) che, con la creazione di magistrati inamovibili, contribuì alla imparzialità nella giurisdizione. La riforma dell'esercito del 1874 pose il servizio militare obbligatorio generale al posto dell'inumano servizio militare di 15 anni.
La volontà riformatrice di Alessandro venne scossa dalla rivolta polacca del 1863, sanguinosamente repressa, e dal crescere all'interno della opposizione rivoluzionaria che vedeva nelle riforme solo mezze misure.
Dopo un primo attentato politico (1866), a cui il governo rispose con una politica interna reazionaria, lo zar cadde vittima della bomba di un rivoluzionario il 13 marzo 1881.