Personaggio storico Alessandro Volta

Nato nel: 1745  - Deceduto nel: 1827

Alessandro Volta nasce a Como il 18 febbraio 1745 da don Filippo e donna Maddalena dei Conti Inzaghi. Dal 1758 al 1760 segue la Scuola di Rettorica presso i gesuiti. Inizia quindi gli studi filosofici (Ginnasio) attirando, per la sua intelligenza e versatilità nello studio, l’attenzione di un padre gesuita che cerca di convincerlo ad entrare nella compagnia. Ma lo zio Canonico lo ritira dalle scuole dei gesuiti e lo iscrive al Seminario Benzi.

Finito il Ginnasio, abbandona gli studi e continua, da solo, ad interessarsi dei fenomeni elettrici, studiando i testi del Musschenbroek, del Nollet e del Beccaria, i tre maggiori scienziati del tempo nel campo dell’elettricità.

Nel 1769, appena ventiquattrenne, pubblica il suo primo lavoro, in latino, dal titolo "De vi attractiva ignis electrici ac phaenomenis inde pendentibus", dedicato al padre Beccaria, di cui però ne contesta la teoria relativa all’elettricità vindice.

Nel 1774, è nominato Soprintendente e Reggente alle R. Scuole di Como. Approfondendo la teoria, già sviluppata nel De vi actractiva,egli arriva nel 1775 a costruire un nuovo apparato in grado di fornire elettricità senza bisogno di un continuo strofinio, come nelle macchine elettrostatiche in uso. Questo nuovo strumento, chiamato dal Volta stesso elettroforo perpetuo, viene in poco tempo apprezzato e utilizzato in tutti i laboratori europei.

Nell’ottobre dello stesso anno (1775) il conte Firmian gli attribuisce la cattedra di Fisica Sperimentale presso il Regio Ginnasio di Como. Durante le vacanze estive del 1776 sul Lago Maggiore, mentre in barca costeggia i canneti presso Angera, si mette a frugare con un bastone il fondo melmoso dell’acqua e vede salire a galla, e poi svanire nell’aria, bollicine gassose in gran copia. Raccolto tale gas, ne scopre il carattere infiammabile, indicandolo con il nome di aria infiammabile nativa delle paludi. Si tratta di quello che oggi noi chiamiamo metano.

La possibilità di provocare l’esplosione di una miscela di gas mediante una scintilla, anche in un ambiente chiuso, lo porta a costruire un interessante dispositivo successivamente chiamato "pistola di Volta".

Volta osserva che la sua pistola può essere impiegata per misurare la forza di esplosione, che hanno le arie infiammabili. Utilizzata in questo modo, la pistola diventa un eudiometro, cioè uno strumento atto a misurare la quantità di ossigeno presente nell’aria e quindi la sua salubrità.Inoltre costruisce una lampada perpetua a gas infiammabile.

Sempre di quest’anno è l’idea di trasmettere da Como a Milano un segnale elettrico mediante un lungo filo metallico, tenuto isolato dal terreno mediante pali di legno. Il segnale elettrico generato a Como, mediante la scarica di una bottiglia di Leyda, viene ricevuto a Milano, attraverso l’esplosione della pistola a gas. Il circuito elettrico si chiudeva attraverso una serie di corsi d’acqua, che univano il lago di Como con il porto sul Naviglio di Milano. Si tratta, come è facile comprendere, di un’idea che prelude al telegrafo.

Nel novembre del 1778, il conte Firmian,ormai convinto del valore scientifico dello scienziato comasco, lo nomina Professore di Fisica Particolare all’Università di Pavia.

Importanti in questi anni sono gli studi sul condensatore che lo portano alla realizzazione di, uno strumento di misura estremamente sensibile in grado di rivelare stati elettrici estremamente deboli, l’elettroscopio condensatore Inoltre durante tali ricerche Volta individua in modo corretto i concetti di quantità di elettricità (Q), capacità (C) e tensione (T), arrivando a formulare la relazione fondamentale del condensatore Q = C*T.

Negli anni che vanno dal 1786 al ‘92 si occupa di meteorologia elettrica e studia le proprietà fisico-chimiche degli aeriformi, arrivando a determinare, dieci anni prima di Gay-Lussac,la legge di dilatazione uniforme dell’aria.

Sul finire del 1799 Volta compie il passo decisivo: moltiplicando le coppie dei due metalli e interponendo fra di esse un conduttore della seconda classe, ottiene di moltiplicare la tensione e realizza la pila. Tale apparato è in grado di fornire continue scosse, se toccato ripetutamente negli estremi, oppure un incessante moto del fluido elettrico, se si mantiene (anche mediante una persona) il circuito chiuso. Volta realizza la pila in due versioni, a corona di tazze ed a colonna, entrambe basate su coppie di elementi argento-zinco, separate da un conduttore umido.

Riguardo all'interpretazione del funzionamento, Volta, continua a prediligere il contatto bimetallico come il più efficace motore di elettricità e interpreta l'interposto conduttore umido come il mezzo che, al sommarsi delle coppie bimetalliche, permette il sommarsi delle tensioni. Scarterà quindi le interpretazioni di natura chimica.

Volta annunzia alla comunità scientifica la sua invenzione il 20 marzo del 1800 con una lettera a Sir Banks, presidente della Royal Society di Londra. È interessante il fatto che egli chiami più volte il suo apparato organo elettrico artificiale, richiamandosi al potere elettrico sviluppato in natura dalla Torpedine. Il nome di Pila è successivo e si richiama alla forma dell’apparato.

Il successo dello strumento è straordinario e, possiamo dire oggi, anche duraturo. Nonostante qualche perplessità degli scienziati francesi, Napoleone, membro dell'Institut de France, premia solennemente Volta nel 1801 con la medaglia d’oro dell’Istituto. Successivamente, diventato Imperatore, Napoleone lo nomina Senatore del neo-costituito Regno d’Italia (1809) e successivamente lo insignisce del titolo di Conte (1810) con titolo trasmissibile alla discendenza diretta per ordine di primogenitura. 

Nel 1819 Volta si ritira a vita privata, dividendosi tra Como e la casa di campagna di Camnago ed il 5 marzo del 1827 Alessandro Volta muore nella sua casa di Camnago all'età di 82 anni.

Alessandro Volta Dove ha soggiornato

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