Personaggio storico Corsini

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Giunsero a Firenze alla fine del 1100 provenienti dai pressi di Poggibonsi, piccola città situata tra Firenze e Siena. Nella ricca Firenze del trecento e del quattrocento divennero tra i più, prima commercianti e poi banchieri come riportato anche nella Cronica di Giovanni Villani.

All'inizio del Trecento, il capo della famiglia, Tommaso di Duccio (?-1366), avviò, come spesso succedeva, i suoi figli e quelli del fratello Niccolò verso la carriera politica, quella ecclesiastica e l'attività economica. I Corsini seppero affermarsi in tutti e tre i settori. Filippo di Tommaso emerse nella vita politica, Andrea di Niccolò, morto nel 1373, vescovo di Fiesole, fu fatto Santo nel 1624 da Papa Urbano VIII; Pietro di Tommaso divenne cardinale e fu vicinissimo a Papa Urbano V in esilio ad Avignone e fu tra gli artefici del ritorno della sede Pontificia a Roma. Nei primi due secoli, fino al 1450, non vi furono successi economici e politici, ma anche disavventure e fallimenti il più famoso dei quali fu quello che vide il sistema bancario fiorentino fallito a seguito della situazione politica e militare di Edoardo III, Re d'Inghilterra, che non tenne fede a quanto promesso.

E' a seguito di questa situazione che Matteo di Niccolò (1322-1402) andò molto giovane in Inghilterra presso i cugini Stracciabende, che in quegli anni erano maestri di moneta alla corte del Re d'Inghilterra. Nei diciotto anni trascorsi in Inghilterra Matteo accumulò una discreta fortuna, commerciando lana, seta e aringhe. Tornato a Firenze, acquistò molte terre, ma non abbandonò l'attività mercantile che fu sempre la base della ricchezza dei Corsini fino alla metà del 1700. Ricevette il titolo di Conte Palatino dall'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV. Fu colpito duramente dalle confische dei beni durante la guerra degli otto santi e dovette onorare i debiti procurati da suo nipote (1380).

Con i Medici i rapporti di Casa Corsini sono alterni. Li vedremo infatti in buona armonia, durante il Principato mediceo, ma nel momento della repubblica, se così poteva essere definita pur riconoscendo che il potere era già nelle mani della famiglia di Cosimo il Vecchio, i Corsini hanno mostrato di arrendersi malvolentieri all'invadenza dei Medici.

4 novembre 1494 - Luca Corsini decise, da solo, di far suonare le campane a martello, convinto che fosse giunta l'ora che il popolo si muovesse contro il debole Piero, figlio del Magnifico. Il fatto che Corsini anticipò Pier Capponi nel suonare le campane fiorentine mostra che non corresse buon sangue fra loro e i Medici. Rapporti che all'epoca di Cosimo il Vecchio erano buoni a tal punto da veder assegnato ad un Corsini la rappresentanza del Banco Mediceo a Roma. I rapporti con i Medici furono stabilmente buoni quando, dopo l'assedio di Firenze del 1530, ebbe inizio il principato mediceo che durò fino alla seconda metà del '700.

I grandi acquisti fondiari e di opere d'arte cominciano verso l'inizio del 1600, ovunque in Toscana, in Umbria, nel Lazio. La solidità patrimoniale è dovuta soprattutto ai fratelli Filippo (1538-1601) e Bartolomeo (1545-1613) di Bernardo che crearono a Londra dal 1567 un importante ufficio commerciale collegato con Firenze con un rapido servizio postale privato. Le lettere di Bartolomeo, che viveva a Londra, impiegavano meno di tre giorni per attraversare la manica e mezza Europa e poi arrivare a suo fratello Filippo a Firenze. Oltre che commercianti e banchieri i fratelli Corsini, 250 anni prima di Tommaso, assicuravano con successo il naviglio commerciale dei primi armatori greci.

L'enorme fortuna delle loro attività mercantili fu per la gran parte investita in beni immobili sparpagliati in Umbria Lazio e Toscana e poi vincolata in fidecommessi (i precursori dei "Trust" utilizzati ancor oggi nel mondo anglosassone). I Corsini comprarono fattorie, fecero costruire e restaurarono ville e palazzi a Pisa, Firenze, Viterbo e Roma e ai successivi tre membri della famiglia, Filippo di Lorenzo, suo figlio Bartolomeo e al figlio di questi, Filippo, si devono gli acquisti che porteranno alla costruzione dei loro due palazzi fiorentini: quello sul Lungarno Corsini e quello in via del Prato, ancora oggi entrambi di proprietà della famiglia.

Nel 1621 comprarono il Casino degli Acciaioli ed un ampio terreno d'intorno sul Prato. Il Palazzo fu costruito su disegno di Buontalenti intorno al 1575 e portato a termine da Gherardo Silvani che realizzò anche il loggiato ed il giardino all'italiana ornato da statue in marmo di B. Bozzolini. Nel 1675, Filippo (1647-1706) commissionò a Foggini la costruzione della cappella in onore di S. Andrea Corsini nella Chiesa del Carmine a Firenze. Nel 1690 cominciò la costruzione ad opera degli architetti Silvani e Ferri del Palazzo sul Lungarno Corsini che durò fino al 1698. Al primo piano del Palazzo, nell'appartamento prospiciente il Lungarno, fu ordinata in "Galleria Gentilizia" una parte importante dei dipinti fino ad allora acquistati o commissionati dai Corsini. Ancora oggi la Galleria Corsini appartiene alla Famiglia e previo appuntamento è visitabile.

Nel 1697, non ancora finita la costruzione del Palazzo cominciarono la trasformazione e decorazione della Villa di Castello fuori Firenze. Nel 1730 il Cardinale Lorenzo (1652-1740) fu eletto Papa col nome di Clemente XII, dopo un conclave che durò quattro mesi. Nato a Firenze nel 1652, al momento dell'elezione aveva circa 80 anni. Non era certo un Papa giovane; conosceva però l'amministrazione della Chiesa, avendo avuto funzioni di tesoriere sotto il precedente pontefice: Alessandro VIII. Era esperto in cose di finanza, e questo era importante, in un momento in cui le casse del papato erano quasi vuote.

Uomo colto e grande mecenate fondò i musei Capitolini e commissionò a Roma importanti opere monumentali; tra queste si ricordano la Fontana di Trevi e la facciata della basilica di San Giovanni in Laterano nella quale fece costruire la cappella di famiglia dedicata a S. Andrea, la facciata di Santa Maria Maggiore, il Palazzo della Consulta il porto di Anzio, di Ravenna e di Ancona.

Suo nipote Neri (1685-1770) divenuto cardinale, nel 1736 acquistò dai Riario il palazzo alla Lungara, ampliato dal Fuga, nel quale sistemò la collezione di stampe e disegni, la ricchissima biblioteca, nota come la biblioteca corsiniana, e l'importante raccolta di dipinti. Palazzo Corsini alla Lungara fu acquisito al patrimonio del Regno d'Italia nel 1883 ad opera di Tommaso Corsini (1835-1919), che fondò, nel Palazzo, l'Accademia dei Lincei donando la raccolta di stampe e dipinti (oggi conosciuta col nome di "Collezione Corsini") e la Biblioteca Corsiniana.

Il primo principe di Sismano fu Bartolomeo (1683-1752), figlio di quel Filippo che ordinò la costruzione del Palazzo Corsini sul Lungarno; nipote prediletto di Clemente XII, fu comandante della Cavalleria Romana, Presidente del Gabinetto di Re Carlo III a Napoli (quindi Vice-Re di Sicilia), e Grande di Spagna.

I Corsini, che il Settecento aveva visti più romani che fiorentini, tornarono in gran parte a Firenze nel secolo che seguirà.

Neri (1771-1845), figlio di Bartolomeo (III principe di Sismano 1729-92) ricoprì cariche importanti sia durante il periodo Napoleonico che dopo la restaurazione Borbonica (1815). Fortemente orientato al mantenimento dell'indipendenza della Toscana riuscì ad ottenere molto per la Toscana da entrambi i regimi. Ministro dell'Interno e plenipotenziario al Congresso di Vienna ottenne, tra le altre, la restituzione di moltissime opere d'arte confiscate durante l'occupazione francese della Toscana; nell'ultimo anno di vita fu primo ministro e ministro degli esteri.

Tommaso (IV Principe di Sismano 1767-1856) suo fratello, visse per lo più a Roma salvo varie missioni diplomatiche a Parigi e poi a Vienna nel periodo Napoleonico. Tornò a Roma dopo la restaurazione e fu più volte senatore; dopo i moti del 1848-49 tentò un governo moderato ma rifiutando di aderire alla Repubblica di Roma fallì e rimase a Firenze fino a quando Pio IX (1847-78) rientrò in città.

Il V° Principe di Sismano, Andrea (1804-1868) fu, come lo zio, ministro degli esteri del granducato ma fu Tommaso Corsini (VI Principe di Sismano1835-1919),a traghettare la famiglia Corsini ed il suo patrimonio verso l'Italia dei Savoia; fece importanti donazioni di opere d'arte e cedette il Palazzo Corsini di Roma allo Stato. Oltre ad essere figura politica di grande rilievo (deputato del regno dal 1865 al 1882, di seguito senatore a vita ed infine sindaco di Firenze), non tralasciò la cura del patrimonio: fondò La Fondiaria Assicurazioni, presiedette la Cassa di Risparmio di Firenze, fu presidente della Società Italiana per le strade ferrate meridionali ed ebbe un ruolo importante nel successo delle società elettriche del centro Italia.

Ma la sua vera passione fu l'archeologia e quindi intraprese molte campagne di scavi la più importante delle quali fu quella di Marsiliana dove scoprì moltissimi tesori etruschi che donò al Museo Archeologico di Firenze. Sposò Anna Barberini Colonna che con sua sorella Luisa, sposata a Pier Francesco Corsini, erano le ultime discendenti di quel ramo di casa Barberini.

Ebbe otto figli di cui due maschi: il Principe Andrea (VII Principe di Sismano (1866- 1952), che non si sposò e Don Filippo Marchese di Laiatico, sindaco di Firenze. Il Principe Tommaso (VIII Principe di Sismano 1903-1980)figlio di Filippo ebbe il difficile compito di tramandare la tradizione dei Corsini in un nuovo mondo prodotto dalla somma di 2 eventi drammatici per l'Italia: la Dittatura Fascista e la II Guerra Mondiale. Anche Tommaso fu coinvolto nella vita politica italiana contribuendo come deputato della Costituente alla formazione della Costituzione che ancora regola la nostra vita repubblicana.

Fu un grande esperto di agricoltura e di allevamenti contribuendo non poco all'ammodernamento del settore in Toscana ed in Umbria; sua moglie Donna Elena riuscì a salvare la Galleria Corsini e molti altri tesori d'arte dai bombardamenti e dal passaggio del fronte durante la II guerra mondiale.

Loro figlio Filippo (1937) è il IX e attuale Principe, è sposato con Giorgiana Avogadro di Valdengo e Collobiano ed è padre di Duccio (1964) Duca di Casigliano, sposato con Clotilde Trentinaglia de Daverio, da cui Filippo ed Elena Clarice; di Elena Sabina (1966),sposata con Brando Quilici da cui Corso; Nencia (1969), sposata con Benedetto Bolza, da cui Giorgiana; Elizabetta Fiona (1969) da cui Leone, Neri e Zara Boatto.

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