Pipino, detto il Gobbo fu il primogenito di Carlo Magno. Nato dal re dei Franchi nord-occidentali e futuro re di tutti i Franchi e futuro imperatore, Carlo Magno, e da Imiltrude, giovane aristocratica franco-alsaziana di modesto rango.
Secondo Eginardo, parente, biografo ufficiale e consigliere di Carlo Magno, il matrimonio tra Carlo e Imiltrude fu sancito nella forma franca del fredelehe, cioè, seguendo una prassi in uso tra i Franchi, secondo una forma non indissolubile, e, per questo, Pipino e la sorella, di nome Amaltrude (Amaudru), non furono riconosciuti come legittimi. La madre Imiltrude fu ripudiata nel 770.
Secondo un'altra accreditata teoria la Chiesa di Roma esercitò pressioni su Carlo, perché risultava scandaloso che il sovrano dell'Occidente e protettore della chiesa non seguisse una delle sue più elementari norme, la monogamia. Per questo motivo Pipino fu diseredato e dichiarato illegittimo, al fine di "eliminare le prove" della poligamia di Carlo Magno.
Comunque anche se considerato illegittimo, Pipino continuò a vivere a Corte, anche dopo che il suo nome, Pipino, nel 780, era stato passato al suo fratellastro, il terzogenito, Carlomanno, che, nel 781, divenne re d'Italia.
Sembra che tra il 791 ed il 792, alcuni nobili Franchi ordissero una congiura che avrebbe attentato alla vita di Carlo e dei suoi tre figli, Carlo il Giovane, Carlomanno e Ludovico (Lotario, il gemello di Ludovico, era morto bambino, nel 780 circa). La congiura venne scoperta, nel corso del 792, ed in una assemblea, a Ratisbona, si giunse alla conclusione che lo stesso Pipino, aveva dato il suo consenso a prendere il posto del padre, se la congiura fosse andata a buon fine. La pena fu molto severa, a tutti i congiurati venne comminata la pena capitale, che fu eseguita per tutti meno che per Pipino, che fu obbligato a prendere i voti, fu tonsurato e rinchiuso, pare con l'obbligo del silenzio, nel monastero di Prüm situato sull'omonimo fiume, affluente della Mosella.