Gli Anguissola (talvolta anche Angusuola) furono una famiglia aristocratica piacentina, ascritta al patriziato veneziano e annoverata fra i cosiddetti Patrizi non veneziani.
L'origine e il nome della famiglia Anguissola sono legati a un'antichissima leggenda bizantina. Costoro, infatti, sarebbero discesi da genti greche, e in particolare da un certo Galvano Sordo (individuato come capostipite del casato) che, nel 717, militava nell'esercito dell'imperatore d'Oriente Leone III Isaurico e che, «con un ingegnoso fuoco artificiale contribuì a deliberare la città di Costantinopoli da' Saraceni che la teneano assediata per mare e per terra». Dal momento che lo scudo del Sordo portava come emblema l'effigie di un aspide, dopo la vittoria riportata sui musulmani il popolo cominciò a ripetere: Anguis sola fecit victoriam!, ossia: Il serpente da solo ha riportato la vittoria! Tale detto sarebbe divenuto poi talmente popolare, che lo stesso Galvano Sordo fu soprannominato "Anguissola", e tale appellativo sarebbe rimasto successivamente, come cognome, a tutta la sua progenie.
I discendenti del primo Anguissola si stabilirono in Francia e in Italia, riuscendo talvolta a costruirsi piccoli potentati autonomi. La famiglia, comunque, ebbe sempre come propria sede principale Piacenza. Nel 1409, Giorgino di Uberto Anguissola dei conti di San Polo si trasferì nei territori della Repubblica di Venezia, prestando servizio come uomo d'armi: si ricorda, in particolare, il suo grande contributo nella presa del castello di Schio, occupato dal conte ribelle Cavalli di Sant'Orso. Il Senato veneziano decretò, come ricompensa, che al casato degli Anguissola fosse riconosciuto il feudo di Schio con rango comitale, e come tali, nel 1729, furono iscritti nel Libro d'Oro dei Titolati dell Repubblica. Vennero aggregati, inoltre, all'Ordine nobile della città di Vicenza.
È certa l'aggregazione di un ramo di questa famiglia, attestata nel 1499 con il nome di Angusuola, al corpo patrizio della città lagunare. Tale ramo, tuttavia, si estinse dopo il 1612 o, secondo altre fonti, dopo il 1640, probabilmente in un certo Nicolò Angusuola.
Dopo la caduta della Serenissima, questo casato ottenne la conferma dell'avita nobiltà dal governo imperiale austriaco con Sovrana Risoluzione del 20 ottobre 1816, nelle persone di Francesco Antonio di Galeazzo e Vincenzo di Gabriele Anguissola: il primo dei due era fregiato del titolo di barone e delle insegne di Cavaliere della Corona Ferrea, mentre il padre, Galeazzo, era stato generale dell'esercito napoletano e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine costantiniano di San Giorgio.