Giambattista Tiepolo nasce a Venezia nel 1696 da un a famiglia di armatori, ma l’anno successivo il padre viene a mancare, lasciando la famiglia in difficoltà economiche. Il primo maestro del Tiepolo fu il modesto Gregorio Lazzarini, ma già nelle prime imprese decorative appare chiaro l’influsso dei grandi maestri veneti come Paolo Veronese, Tintoretto e Jacopo da Bassano.
Tra il 1730 e il ’40 il Tiepolo opera prevalentemente in Lombardia eseguendo vasti complessi decorativi quali gli affreschi della Cappella Colleoni a Bergamo e del Palazzo Clerici a Milano; Dopo aver eseguito, intorno al 1740, alcune delle sue opere più impegnative, come le spettacolari e drammatiche Storie della Passione nella chiesa veneziana di S. Alvise, l’artista prosegue senza sosta la sua instancabile attività nel decennio successivo, ricco di pale d’altare, di bozzetti, di grandi affreschi come le Storie di Cleopatra nel salone di Palazzo Labia a Venezia.
Chiamato nel 1751 a Würzburg dal Vescovo Principe Carlo Filippo di Greiffenklau, il pittore diede nel palazzo della Residenza una nuova, eccezionale prova del suo virtuosismo decorativo nell’amplissimo affresco dell’Olimpo e in altre storie condotta con maestosa ampollosità.
Nell’ultimo periodo, dal ritorno a Venezia al finale soggiorno a Madrid, il Tiepolo accrebbe la libertà del tratto, esaltando forme e luci in esaltati giochi di gamme cromatiche. A Madrid l’artista si reca su invito di Carlo III, accompagnato dai figli Giandomenico e Lorenzo, dimorandovi otto anni, fino alla morte che lo coglie nel 1770; ma il soggiorno nella capitale iberica fu tutt’altro che felice, anche a causa dell’incomprensione di cui la sua arte fu oggetto da parte dei suoi stessi committenti.