A ovest di Mons, a pochi chilometri da Grand-Hornu, sono situati il castello e la cappella funeraria dei Signori di Boussu, due importanti siti del patrimonio in Vallonia. La ricchezza delle scoperte e le molteplici ricerche di cui sono oggetto permettono di presentare le testimonianze di un insieme architettonico, artistico e storico d'eccezione che è un punto di riferimento per la storia delle nostre regioni.
Chateau de Boussu Storia
Situata a meno di 300 metri dal Centro di interpretazione, la cappella funeraria dei Signori di Boussu è attigua alla chiesa parrocchiale di Saint-Géry, con la quale sembra essere tutt'uno. Occupa quindi parte del vecchio cimitero comunale in uso fino al 1832.
Ricostruita contemporaneamente alla chiesa all'inizio del XVI secolo, in stile gotico Hainaut, succede a una cappella in stile romanico la cui esistenza è attestata già nel XII secolo. Fu nella vasta volta sepolcrale costruita sotto la navata centrale che furono sepolti per più di quattro secoli i successivi proprietari del luogo.
Una cornice verde, un luogo per passeggiate in campagna nel tessuto urbano, una magnifica area boschiva, un sito naturale tutelato immerso nella tranquillità e nella bellezza. Completamente ristrutturato negli ultimi anni, il parco del castello è accessibile gratuitamente al pubblico in tutto il anno.
Piantumato con alberi di varie specie (platano con foglie di acero, castagno, tiglio,), Ospita una varietà di fauna che vive nella zona umida, residuo degli stagni che un tempo circondavano la fortezza e del XVI secolo residenza, che si trova rivela agli escursionisti dietro il sito.
Questo parco eredita una storia secolare che ne ha condizionato lo stato attuale. È stato particolarmente modellato dall'ultimo conte di Boussu, Maurice de Caraman. Agli inizi dell'Ottocento, quest'ultimo scelse di sviluppare intorno alla sua residenza un romantico parco all'inglese, costituito dagli antichi edifici del castello e dalla galleria cinquecentesca. I fossati che circondano il complesso del castello sono stati quindi riempiti. Prati, stagni e ciuffi di fogliame disegnano un giardino poliedrico, percorso da sentieri tortuosi al cui tornante la vegetazione è a volte spontanea, a volte potata. Un ex chiosco, o padiglione del parco, conservato e restaurato, ora funge da osservatorio naturale.