Pittoresco avamposto militare utilizzato fin dai tempi della regina Teodolinda come torre di avvistamento, il Castello di Vezio domina la cittadina di Varenna e il lago di Como offrendo uno straordinario panorama.
Castello di Vezio Storia
Il Castello di Vezio è situato in un piccolo borgo che, all’inizio della sua esistenza doveva essere un insediamento ligure-celtico, se non addirittura etrusco, a cui si è sovrapposto un altro ceppo nel corso delle grandi trasmigrazioni di popoli transalpini succedutesi dal VI al II secolo a.C.. Quando i Romani estesero i loro domini in Lombardia, si trovarono a dover difendere le vie di comunicazione dagli attacchi barbari che premevano sui confini. Opere di sbarramento furono perciò eseguite in tutta la regione e anche il territorio orientale del Lago di Como, importante snodo di strade quali la Retica Valtellinese, Retica Chiavannesca, Val Varrone e della Riviera, vide sorgere una fortificazione il cui perimetro si estendeva presumibilmente dalla Foppa allo sperone a strapiombo su cui si erge il castello. All’interno di tale perimetro sorgevano i magazzini e le abitazioni le cui fondamenta sono visibili ancor oggi. Ben poco si sa della rocca e del borgo nell’alto Medioevo, quel che è invece certo è che non poté sottrarsi alle distruzioni che accompagnarono la calata dei barbari, coi Longobardi prima e coi Franchi poi.
L’edificio che oggi conosciamo venne edificato secondo alcuni da alcuni esuli dell’Isola Comancina giunti a Varenna dopo esser stati sconfitti da Como nel 1169, mentre secondo altri studi i Comancini furono autori di un ampio intervento edilizio che interessò la cittadina e il castello. Teatro di vari assedi e battaglie, il castello divenne proprietà della parrocchia di Varenna, poi de conti Sfrondati e dei Serbelloni, proprietari fino all’Ottocento.
L’intero edifico è circondato da un uliveto di oltre mille piante e si presenta come una fortificazione a base quadrangolare con alte mura e una torre centrale, accessibile solo dal ponte levatoio. I sotterranei, aperti al pubblico dal 1999, risalgono probabilmente alla Prima Guerra Mondiale.
Particolarità del castello è la presenza di un falconiere, talvolta vestito con abiti d’epoca, che gestisce un allevamento di rapaci addestrandoli e curandoli. In alcuni orari il pubblico può quindi assistere a questi suggestivi voli e apprezzare la nobile arte della Falconeria, diffusa in Europa fin dal Medioevo.
All’interno del castello sono in mostra alcune armature, in parte ritrovate durante i lavori di restauro degli anni ’50 effettuati dagli attuali proprietari dell’edificio, mentre altri reperti sono esposti nella torre.