Antica dimora estiva dello scrittore Antonio Fogazzaro, sorge a Oria, in provincia di Como, affacciata sulla sponda italiana del Lago di Lugano. Nel 2009 è stata donata al FAI – Fondo Ambiente Italiano dal suo ultimo proprietario: il marchese Giuseppe Roi. perché potesse aprirla al pubblico.
Villa Fogazzaro Roi Storia
Situata
sulle sponde del Lago di Lugano, nel Comune di Oria Valsolda, in provincia di
Como, Villa Fogazzaro Roi è oggi lo scrigno più prezioso delle memorie dello
scrittore Antonio Fogazzaro, che elesse infatti la Villa a proprio “luogo
dell’anima”, ambientandovi buona parte dei suoi maggiori successi letterari.
Originariamente
di proprietà della parrocchia di San Sebastiano, la Villa passò, intorno alla
seconda metà del 1800, alla famiglia Barrera, a cui apparteneva Teresa Barrera,
madre di Antonio Fogazzaro. Lo scrittore vi si stabilì in tenera età, tra il
1848 e il 1849, accolto dallo zio materno Pietro, per allontanarsi dal natio
Veneto a quel tempo ancora oppresso dal dominio austriaco. Nel 1900 la villa
passò alla famiglia Fogazzaro, imparentatasi nel 1888 con i marchesi Roi, imprenditori
vicentini.
La Villa si
presenta oggi come l’accorpamento di più costruzioni, erette attorno ad un
primo originario fabbricato risalente addirittura al XVI secolo, di cui rimane
ancora il giardino pensile sul retro. Il considerevole numero di stanze
destinate all’accoglienza e alla convivialità testimoniano la grande vitalità
della casa al tempo di Fogazzaro, soprattutto durante il periodo estivo, con un
continuo via vai di ospiti e amici della famiglia e dello scrittore.
Nel 1960 il
marchese Giuseppe Roi, pronipote di Fogazzaro, ricevette in eredità dallo zio
paterno Antonio la Villa, divenendone unico custode delle memorie. Egli stesso
si definì: «discendente ed attento, affettuoso depositario e custode delle poche
memorie materiali, risparmiate da ben due guerre!».
I lavori di
restauro e ammodernamento della dimora compiuti a metà del secolo scorso, hanno
permesso a molti arredi originali e cimeli di far ritorno nella dimora di Oria,
permettendole di recuperare la sua dimensione più autentica. Il marchese Roi
fece costruire una nuova area della casa, in cui trovarono posto la Sala da
Pranzo e il suo Studio, annesso alla Camera da Letto. Anche i due piani
superiori della Villa furono interessati dai lavori portati avanti da Roi, con
l’intento di rendere più accoglienti le numerose camere da letto e i salottini dedicati
agli ospiti. Tra queste spicca per importanza la Camera di Antonio Fogazzaro
che conserva ancora il letto originale in legno, riccamente decorato.
Villa
Fogazzaro Roi conserva al suo interno le memorie dello scrittore che qui scelse
di ambientare gran parte della sua trilogia, composta da Piccolo mondo antico,
Piccolo mondo moderno e Il santo, proprio a Oria Valsolda e nei suoi dintorni.
Ai lettori più affezionati non sfuggirà quindi la perfetta corrispondenza tra
realtà e finzione letteraria apprezzabile nei dettagli più minuti: come le olea
fragrans del giardino pensile, il terrazzino di Franco con la sua aerea
«cupolina» e il «tavoluccio rotondo» in ferro battuto, i «cavalieri turchi
gialli e rossi» ricamati a mezzo punto da Luisa nella Loggia e molti altri..
Nella Stanza
dell’Alcova si conserva un oggetto del tutto particolare: lo scrittoio di
Antonio Fogazzaro. Ciò che lo rende unico e di grande valore, se così si può
dire, “letterario” sono le numerosissime annotazioni che punteggiano l’interno
del cassetto: ve ne sono addirittura sui bordi, in parte cancellate dallo
sfregamento del legno causato dalla continua apertura e chiusura. Una toccante
nota, forse la più significativa, si rivolge implorante al figlio Mariano, morto
di tifo nel 1895: «Mariano, Mariano, Mariano mio! Fuori da ogni vanità, da ogni
passione raccolgo il mio cuore in Dio e in te, 11-8-95». Un’altra, con una
tragica coincidenza di date, ci informa del termine del suo romanzo più
celebre: «Finito nel pianto il Piccolo mondo antico, 11-8-95».
Fortemente
affezionato alle sue origini il marchese Roi si dedicò alla valorizzazione
dell’opera del suo trisavolo Antonio Fogazzaro: non sorprende dunque che, nel
2009, il marchese affidò la Villa di Oria alle cure del FAI, perché potesse
aprirla al pubblico e rendere possibile un assaggio del vero e proprio Piccolo
mondo antico, tra cimeli, fotografie e testimonianze di una famiglia borghese
sul finire dell’Ottocento, immersi tra i magnifici paesaggi del Ceresio, tra
lago e montagna.