Per amore, si sa, c’è chi sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa. E Cristoforo Benigno Crespi lo ha dimostrato. Contabile in un’azienda tessile di Busto Arsizio, innamoratosi della figlia del principale che, però, non lo riteneva degno di sposarla, architettò un ingegnoso piano speculativo che in breve tempo lo fece diventare un ricco industriale cotoniero e gli permise così di realizzare il suo sogno d’amore. Affascinato dalla magia dell’Oriente, meta di numerosi suoi viaggi, nel 1879 fece costruire sulle sponde del lago d’Orta una dimora in autentico stile moresco, villa Crespi, che in oltre un secolo di vita ha visto passare nelle sue stanze diverse personalità e sovrani, fra cui Re Umberto II di Savoia, suo assiduo ospite.
Oggi il minareto è ancora lì, a ricordare questa favola d’altri tempi alla gente che, incredula, lo ammira e si domanda cosa mai ci faccia una simile costruzione in un angolo di tipico paesaggio prealpino.
Il ristorante, gestito dallo chef Antonino Canavacciuolo e la moglie Cinzia, alterna classici regionali e specialità internazionali, come pure piatti creativi ispirati alla tradizione mediterranea, quali per esempio i ravioli di melanzane e maggiorana con ricotta di pecora della vai d’Ossola e il filetto di tonno con petali di pomodoro alla cannella.
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