La Reggia di Venaria è tra le maggiori e più belle residenze sabaude e
dal 1997 fa parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
L’incarico di disegnare un luogo destinato al piacere e alla caccia viene assegnato all’architetto di corte Amedeo di Castellamonte dal Duca Carlo Emanuele II di Savoia. Il progetto, di grandioso impatto scenografico, comprende il palazzo, il parco, i boschi di caccia e un intero borgo. La residenza nasce insieme ai giardini all’italiana e un gioco di sculture, e poi ancora: fontane, scalinate spettacolari e terrazze su più livelli, un Parco alto al piano del palazzo e un parco basso al piano della peschiera. L’intera composizione è resa unica dalla linea prospettica che taglia il Borgo e continua nel cuore della Reggia lungo il canale che collega la Fontana d’Ercole al Tempio di Diana.
A partire dal 1699 l’architetto Michelangelo Garove progetta nuovamente il complesso della Reggia per darle un carattere più grandioso, secondo le ambizioni di Vittorio Amedeo II. I giardini vengono completamente ridisegnati alla francese, con prospettive aperte sull’infinito e un nuovo respiro, come detta il gusto della più grande corte europea, Versailles.
Ulteriori danni vennero inflitti durante l'assedio di Torino del 1706, quando i francesi di Louis d'Aubusson de la Feuillade vi presero dimora, danneggiando molte strutture destinate, in questo periodo, alla soldataglia.
Intanto il duca diventa Re e nel 1716
Vittorio Amedeo II, data la morte del Garove, affida il progetto di ampliamento a
Filippo Juvarra, che con la sua Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto, la Citroniera e la Scuderia, porta la Reggia tra i capolavori del barocco. Nel 1739 Carlo Emanuele III incarica Benedetto Alfieri di dare unità al complesso con un sistema di gallerie di comunicazione e ambienti di servizio, tra cui le scuderie e il maneggio coperto. La Reggia prosegue la sua vita di corte durante il regno di Vittorio Amedeo III e di Carlo Emanuele IV, fino al declino dell’Antico Regime.
Nel 1739, tre anni dopo la morte di Juvarra, Carlo Emanuele III affida a Benedetto Alfieri il compito di ampliare la Scuderia e di realizzare delle gallerie di comunicazione all'interno del complesso.
Anche nella dominazione napoleonica la reggia subì serie trasformazioni, in particolare i giardini, distrutti per farne una piazza d'armi: l'intero complesso, infatti, venne trasformato in caserma e, con la Restaurazione, questa destinazione fu mantenuta. Il complesso si confermò pure come il centro nevralgico della Cavalleria sabauda, ospitando, tra l'altro, una scuola di equitazione militare di prestigio europeo (in seno alla quale maturarono innovativi metodi di equitazione, di combattimento, di affardellamento) e un allevamento di stalloni. Nel periodo che va dalla fine delle guerre napoleoniche fino al 1978 la reggia fu utilizzata a fini militari causandone un progressivo degrado.
Nel 1998 ebbe inizio l'imponente opera di restauro con lo sblocco dei fondi nazionali ed europei. I lavori, pari ad una spesa di oltre 280 milioni di euro, riguardano un'area di 250.000 m² di fabbricati e di 800.000 m² di aree incolte ritrasformate in giardini seguendo i progetti originali. L'apertura del complesso si è tenuta il 13 ottobre 2007.