Avvicinarsi all‘Ultimo Mulino dà la sensazione di entrare in un dipinto di Claude Monet. Un ponte di pietra con tre archi porta a questo piccolo relais, posto al centro della confluenza di tre fiumi. Ovunque è un tripudio di cascate di fiori colorati, salici piangenti che lambiscono l’acqua con la loro chioma, ramages di fiori intrecciati ad alberi. Immagini romantiche e piene di fascino, che hanno come sottofondo lo scorrere lento dei fiumi e delle tre grandi ruote del mulino. Come raccontano gli stesso proprietari, si tratta di” un posto fuori dal mondo”, che colpisce i sensi per quell’insieme tanto armonioso, fra natura e semplicità. La struttura alberghiera è infatti ricavata all’interno di un antico rustico, che già nel Seicento ospitava un mulino. Vecchi focolari e antiche macine, un tempo rudi elementi di un luogo di lavoro, sono oggi divenuti protagonisti di ambienti rustico-eleganti con pareti in pietra, pavimenti in cotto e grosse travi di legno. Composizioni di fiori secchi, ghirlande di spighe, suppellettili di rame e qualche pezzo d’antiquariato decorano le camere da letto, arredate con mobili di vimini o legno chiaro.
Al piano terra si trovano il bar, con al centro un caratteristico fogolar in pietra, il ristorante — improntato alla cucina veneto-friulana con specialità a base di pesce reinventate da spunti fantasiosi dello chef — e un salone con pianoforte, disponibile per organizzare incontri, cene di gaia e riunioni. Partendo dal portico e costeggiando il corso dei fiumi, in breve si raggiunge un laghetto privato.
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