La Biblioteca civica Bertoliana, inaugurata agli inizi del XVIII secolo, è la più antica e importante biblioteca della città (la terza della Regione del Veneto per importanza dopo la Biblioteca nazionale Marciana di Venezia e la biblioteca universitaria di Padova), presente in tutto il territorio comunale attraverso il Sistema Bibliotecario Urbano, che conta sette sedi decentrate oltre a quella principale.
Biblioteca civica Bertoliana Storia
La storia della biblioteca di Vicenza ebbe inizio nel 1696 quando Giovanni Maria Bertolo, nobile vicentino, decise di donare alla città la sua biblioteca, di circa 9.000 volumi, perché diventasse di utilizzo pubblico e purché fosse conservata in un "vaso di tanto splendore". Si decise quindi di collocare la biblioteca privata del Bertolo nel Palazzo del Monte di Pietà, progetto ultimato nel 1706. Nel 1708, dopo l'ampliamento del Palazzo a opera di Francesco Muttoni, la biblioteca venne aperta ufficialmente ai vicentini e intitolata "Bertoliana" in onore del suo fondatore, morto prima della conclusione dei lavori. L'inventario della donazione del Bertolo elenca 8.701 opere, di cui 1.614 di argomento giuridico.
Nel corso degli anni si susseguirono donazioni e acquisti di altri libri, ma fu alla morte dell'economista, statista e senatore Fedele Lampertico (che donò alla biblioteca il suo patrimonio di circa 20.000 tra volumi e opuscoli) che nacque la necessità di trovare maggiore spazio per la struttura. La scelta ricadde sullo stabile del convento di San Giacomo, in contra' Riale, liberato dai padri Somaschi. Nel 1908 iniziarono i lavori di ristrutturazione progettati dall'ing. Dondi dall'Orologio, dell'Ufficio tecnico comunale. Il 23 gennaio 1910 si tenne l'inaugurazione della nuova sede in cui tuttora opera la Bertoliana, capace di ospitare 240.000 volumi, 100.000 opuscoli e 20.000 buste d'archivio. Alla cerimonia d'inaugurazione partecipò direttamente anche lo scrittore
Antonio Fogazzaro.
Negli anni successivi, e in quelli più duri della prima guerra mondiale, non mancarono donazioni importanti per l'accrescimento del patrimonio bibliotecario. A più riprese, dal 1924 al 1933, l'ambasciatore Lelio Bonin Longare donò l'archivio e la libreria della famiglia Nievo, ricca di manoscritti, incunaboli, cinquecentine.
Con la Seconda Guerra Mondiale la direzione si vide costretta a spostare le opere di pregio, che furono nascoste tra Villa Camerini di Montruglio a Mossano e l'Abbazia di Praglia a Teolo; la collocazione tuttavia era a rischio di razzia dopo l'armistizio e quindi il materiale più prezioso fu trasferito e murato nei sotterranei del Santuario di Monte Berico in città e in parte a Venezia. L'ultimo rischioso trasferimento avvenne il 12 aprile 1945. Un mese dopo, a liberazione avvenuta, iniziò l'incombenza opposta di far rientrare il patrimonio nella sede dell'ex Convento di San Giacomo.
Nel dopoguerra si procedette ad una radicale ristrutturazione della Biblioteca sotto il profilo istituzionale e nella disposizione logistica. Per ricavare nuovi spazi destinati ai magazzini librari e al pubblico, in tre successive fasi di lavoro, tra il 1950 e il 1959, fu spostato lo scalone d'ingresso e si procedette allo sventramento delle strutture nelle ali ovest ed est dell'ex convento. Iniziò poi il progetto di decentramento, che si concretizzò nel 1965 con l'apertura della prima biblioteca succursale nel Villaggio del Sole, a cui seguirono man mano le altre sei.
Il patrimonio della sede centrale della biblioteca consiste in circa 450.000 volumi (200.000 dei quali antichi), pubblicati tra il 1501 e il 1830, 750 testate (173 periodici e 145 testate insieme a Gazzette Ufficiali e BUR) e 3.550 manoscritti.
Alla gestione della Biblioteca è stato affidato, nel 1881, anche l'Archivio Storico del comune di Vicenza, il cui complesso di documenti si suddivide in due parti: il cosiddetto "Archivio di Torre" (così identificato per l'antica collocazione nella Torre del Tormento, in piazza delle Erbe), che comprende la parte più antica della documentazione, e l'Archivio Storico, che conserva il materiale ottocentesco fino al 1893. Sono presenti inoltre archivi di famiglia[1], degli antichi ospedali di Vicenza, di enti e istituzioni, professionali, di persona, di politici vicentini e di scrittori vicentini del Novecento.
Possiede inoltre una sezione cartografica (sia a stampa che manoscritta), una fotografica, una musicale, una di microfilm ed un'emeroteca.