Maniero appartenuto per secoli alla nobile famiglia Challant, il Castello di Issogne conserva eleganti e intatti i caratteri di una signorile dimora di fine Quattrocento. Molti degli ambienti sono decorati con affreschi sia nelle zone di rappresentanza sia nelle stanze più private. Il castello dopo un’attenta campagna di restauro si presenta oggi con alcuni elementi della mobilia originale e altri arredi rifatti a fine ‘800 che insieme a numerosi oggetti d’uso domestico ripropongono l’atmosfera tardo quattrocentesca.
Castello di Issogne Storia
Una grande fontana in ferro battuto a forma di melograno domina il cortile del Castello di Issogne ed è il simbolo degli
Challant che, tra il ‘400 e il ‘500 fecero di questa costruzione (che nel XII secolo era la casa del vescovo di Aosta) una lussuosa residenza rinascimentale. Tutto parla della nobile casata come in un’autocelebrazione, dall’albero da frutto che evoca la genealogia familiare al “Miroir pour les enfants de Challant” sulle facciate interne del cortile, dove si vedono rappresentati tutti gli stemmi dei vari rami della famiglia. Il visitatore si potrà calare nella vita quotidiana di un tempo e fare un salto al mercato o nelle botteghe artigiane con l'aiuto delle decorazioni delle lunette degli androni: il corpo di guardia, il sarto, la farmacia, la macelleria, il fornaio, lo speziale e il pizzicagnolo sono dipinti con realismo e anche con un po' di umorismo. Si conservano dal XV secolo, visto che il castello non ha mai subito grandi ammodernamenti.
All'interno del castello c’è tutto: al piano terra la sala da pranzo e la cucina e qualcosa di davvero comodo per chi serviva e preparava i pasti, un passapiatti aperto nella parete sotto la cappa del camino che le collega. Anche nella sala di giustizia o sale basse non manca un grande camino in pietra, mentre il soffitto si compone di travi in legno dipinte. L’altare gotico in legno intagliato e gli affreschi rendono preziosa la cappella del primo piano. Al secondo infine le stanze con soffitto a cassettoni tra cui quella del «re di Francia decorata da gigli e la stanza dei «cavalieri di San Maurizio» con le croci dell’Ordine.
A ogni castello il suo fantasma e quello di Issogne è lo spettro della tormentata contessa Bianca Maria, avvistato per molti anni al chiaro di luna sul loggiato del secondo piano. Sposa di Renato di Challant ma da lui trascurata, cercò attenzioni nelle corti milanesi. Ebbe molti amanti, ma uno di questi lo fece uccidere perché macchiava il suo nome. Condannata a morte per l’omicidio, la contessa venne decapitata e da allora non trova pace.