Dall’alto dei suoi 436 metri, Montebello domina la valle dell’Urso e del Marecchia. Offrendo ai visitatori un panorama affascinante. La poderosa rocca fu posta in questa posizione strategica a guardia dell’importante via che risale la Valmarecchia che rappresentava la principale via di comunicazione con la Toscana ed il Montefeltro.
Castello di Montebello Storia
Già nel III secolo a.C. i Romani, comprendendo l'importanza strategica del "Mons belli", vi eressero una prima torre di vedetta. Le prime notizie del castello si hanno grazie ad un documento notarile datato 24 settembre 1186, allorché il castello venne venduto da Ugolinuccio di Maltalone a Giovanni Malatesta. I Malatesta dotarono il castello di fortificazioni, trovandosi al confine con il territorio dei Montefeltro, nemici storici della famiglia riminese. Nel 1393 i Montefeltro, con un audace colpo di mano, riuscirono ad espugnare la fortezza. Nel 1438 Sigismondo Pandolfo Malatesta riuscì a riconquistarla.
Ma la fortuna militare del Malatesta declinò fino a quando, nel 1462, venne sconfitto a Pian della Marotta, presso Senigallia, per mano dell'esercito pontificio inviato da Papa Pio II (Piccolomini) e guidato da
Federico da Montefeltro. In seguito alla sconfitta, Montebello fu infeudata nel 1464, dai conti
Guidi di Bagno e da allora ne sono i proprietari.
Durante il XVI secolo la fortezza subì degli interventi per adattarla a dimora nobiliare. Rispetto alla struttura del 1464, i Guidi hanno ristrutturato un'intera ala del castello ad ala nobile. Negli anni 70 del secolo scorso il castello è stato oggetto di lunghi lavori di restauro per ripristinare la rocca dagli ingenti danni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ed è poi diventato un museo a partire dal 1989. Dallo stesso anno è aperto ai visitatori d è inserito tra i monumenti di patrimonio nazionale italiano per il suo alto valore storico.
La storia del castello è inoltre legata alla leggenda di Guendalina Malatesta, meglio conosciuta come “Azzurrina”, secondo cui la bambina, figlia del feudatario Uguccione, era nata albina e per questo tenuta segregata nel castello per proteggerla dalle accuse di stregoneria. Al solstizio d’estate del 1375, la fanciulla, mentre stava giocando con una palla, scivolò giù per le scale fino alla ghiacciaia del castello, lasciando come unica traccia di sé un ultimo urlo senza essere mai più ritrovata. Ma ogni cinque anni, durante la notte del 21 giugno, il suo fantasma vagherebbe nel castello facendo riecheggiare suoni inquietanti.