Arroccata sul monte Miesna, la basilica santuario dei Santi Vittore e Corona è un complesso religioso vero e proiprio gioiello del romanico, con forti influenze armene ed orientali. Gli interni presentano affreschi di scuola giottesca, il sarcofago marmoreo dei martiri e un antico organo donato dall'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria nel 1861.
Santuario dei Santi Vittore e Corona Storia
Sullo sperone del Monte Miesna che tende a unirsi all’opposto fianco del Monte Tomatico, quasi a chiudere la bella conca feltrina, sorge il complesso architettonico del Santuario e Convento dei Santi Martiri Vittore e Corona, protettori dell’antica Città e Diocesi di Feltre.
Il Santuario fu costruito dal 1096 al 1101 ed era parte integrante della cortina difensiva del territorio feltrino verso la pianura trevigiana.
Di stile romanico con chiari influssi bizantini, è a croce greca, a tre navate con transetto e cupola centrale
Il Santuario dei Santi Vittore e Corona di Feltre da più di nove secoli continua ad attirare persone di ogni condizione sociale, dagli imperatori del Sacro Romano Impero come Carlo IV di Boemia agli artisti medioevali che ne hanno affrescato le pareti, dagli uomini di cultura all’umile gente del popolo.
La collocazione del Santuario è particolarmente suggestiva, posto sulle pendici del monte Miesna e a strapiombo di una roccia dirupata, di fronte alle bellissime vette delle Dolomiti feltrine.
Sono ben tre le scalinate che ci introducono al Santuario: quella ristrutturata nell’800 dall’architetto feltrino Giuseppe Segusini con ai lati le statue dei santi Vittore e Corona e collocata appena dopo il suggestivo “Capitello dell’Angelo”, quella antistante il portale e una terza, di dieci gradini, che si incontra appena si entra nell’atrio o nartece.
Databili tra la fine del XII e l’inizio del XVI secolo gli affreschi del Santuario costituiscono il complesso più interessante di pitture murali eseguite nell’alto Veneto.
Tra opere di età ottoniana, di scuola giottesca e di allievi di Tommaso da Modena spiccano, sulla parete di sinistra, l'ultima cena e la storia del martirio.