Villa Barbaro è situata, in posizione emergente, su un lieve declivio che digrada verso la pianura dalle pendici del sistema collinare esteso a nord dell’abitato di Maser.
Villa Barbaro Storia
La Villa fu costruita da
Andrea Palladio tra il 1550 e il 1560 per
Daniele Barbaro, Patriarca di Aquileia, e suo fratello Marcantonio Ambasciatore della Repubblica di Venezia.
Costituisce per Palladio un punto di arrivo importante nella definizione della nuova tipologia di edificio di campagna: per la prima volta infatti la casa dominicale e le barchesse sono allineate in un’unità architettonica compatta.
Costruita in posizione leggermente elevata, su uno scalino ricavato nel pendio del colle, fa coincidere il livello dei giardini con quello di entrambi i piani. La decorazione interna, affidata a Paolo Veronese per gli affreschi ed a Alessandro Vittoria per gli stucchi, sottolinea in modo esemplare, con allegorie e scene simboliche, l’armonia che deve regnare tra l’uomo e la natura.
Fu l'industriale friulano Sante Giacomelli che la acquistò nel 1850, la restaurò e rinnovò, avvalendosi dell'opera di artisti come lo Zanotti e Moretto Larese. Durante la Prima Guerra Mondiale nella Villa aveva sede il comando del Generale Squillaci. Batterie dell'esercito sparavano dalle colline oltre il Piave, ma la Villa rimase miracolosamente indenne.
Nel 1934 fu acquisita da Giuseppe Volpi di Misurata, il quale la affidò alle cure della figlia Marina, che se ne innamorò, vi si stabilì, e continuò negli anni l'opera di restauro. La Villa è attualmente abitata dalla figlia di lei e dalla sua famiglia
Nel 1996 è stata dichiarata dall'UNESCO, patrimonio dell'umanità. Si raggiunge con una breve passeggiata lungo il vigneto della Giazzèra, così chiamato per l’antica ghiacciaia scavata nella collina antistante.