Il Caffè Pedrocchi è uno dei più famosi e importanti caffè storici d’Europa. Situato a Padova in pieno centro, ospita un museo dedicato al Risorgimento, epoca che vide il caffè teatro dei moti studenteschi del 1848.
Caffè Pedrocchi Storia
Così come a
Venezia, anche Padova tra la fine del Settecento e il primo Ottocento si andò
ad affermare la tradizione del caffè come circolo borghese e luogo d’incontro e
in questo contesto, si inserisce l’intuizione di Antonio Pedrocchi, che nel
1816, ereditata l’attività del padre caffettiere bergamasco, commissiona al
celebre architetto veneziano Giuseppe Jappelli l’ampliamento della piccola di
sua proprietà.
Ultimato nel
1831 l’edificio riflette tutto l’estro e l’eclettismo di Jappelli e la sua
visione laico-illuminista della società: nonostante le difficoltà nel dover
disegnare su una pianta asimmetrica e irregolare, il risultato fu una struttura
unitaria nel suo stile neoclassico. Nel 1839 venne poi aggiunto il corpo in
stile neogotico - il “Pedrocchino” - destinato ad accogliere la pasticceria e
negli anni successivi ulteriormente ampliato con l’aggiunte delle sale dei
piani superiori.
Ognuna di
queste ultime, così come prevedeva il gusto dell’epoca, venne arredata in stile
diverso ispirandosi a stili del passato: troviamo così la sala etrusca, la sala
romana, la sala greca, la sala egizia, la sala moresca, la sala del
rinascimento e la sala napoleonica, dedicata a Gioacchino Rossini, dove
stucchi, fiocchi e tendaggi permettono un tuffo a ritroso nel tempo portando il
visitatore in pieno ottocento.
Il
Pedrocchi, (chiamato anche “caffè senza porte” poiché fino al 1916 aperto di
giorno e di notte), grazie al suo cosciente posizionamento in pieno centro
nelle immediate vicinanze della sede storica dell’università, divenne ben
presto il prestigioso ritrovo di accademici, intellettuali, letterati, artisti
e studenti di tutta Padova. Alcune targhe ricordano i nomi di alcuni degli
illustri visitatori: Gabriele D’Annunzio, Ippolito Nievo, Eleonora Duse,
Filippo Tommaso Marinetti e Sthendal che decantò le meraviglie dello zabaione
pedrocchiano di cui andava particolarmente ghiotto.
La storia del Pedrocchi è inoltre
notoriamente legata ai moti risorgimentali studenteschi: l’8 febbraio del 1848
l’edificio fu infatti teatro degli scontri che portarono i giovani patrioti a
ribellarsi ai dominatori austriaci e nella famosa Sala Bianca sono ancora
presenti i segni delle pallottole austriache sparate durante gli scontri.
Di proprietà del Comune di Padova dal 1891,
il Caffè ospita presso il piano nobile della struttura il “Museo del
Risorgimento e dell’Età Contemporanea” e ancor oggi accoglie i visitatori che
qui possono rivivere le atmosfere del passato e degustare le delizie della
caffetteria e della pasticceria in quello che è uno dei simboli della città.